Pax M5s sulle commissioni. Ma c’è già aria di maretta
Movimento in Fermento Assemblea dei parlamentari. Di Maio rivendica la linea sulle Ong, ma non mancano i distinguo degli ortodossi
Movimento in Fermento Assemblea dei parlamentari. Di Maio rivendica la linea sulle Ong, ma non mancano i distinguo degli ortodossi
DI MAIO, APPENA TORNATO dal Lussemburgo dal Consiglio Ue dei ministri del lavoro, espone le sue ragioni dal pulpito del consesso grillino. È un discorso condiviso, che viene da un leader che ha ancora il vento il poppa. Ma drizzando le antenne si sente anche il brusio dei malumori. Ci sono quelli, davvero appena percepibili, sulla sostanza dei provvedimenti, mentre tutto lo stato maggiore da Danilo Toninelli a Manlio Di Stefano annunciano il polso di ferro contro le Ong. Di Maio rivendica su tutta la linea le mosse di Salvini e Toninelli, traccia un filo che dai valori del M5S conduce alle iniziative di questi giorni: «Sulle Ong siamo stati i primi a denunciare, è un tema che riguarda la legalità, che riguarda i nostri principi», dice ai parlamentari. Tra i quali serpeggiano anche i dubbi, questi più confusi, sulla strategia, legati alla consapevolezza che a partire dal livello comunicativo sia Matteo Salvini a trainare l’azione di governo. Si tratta, insomma, della percezione da parte che la «leale competizione» interna alla maggioranza di cui si era parlato all’indomani dell’insediamento dell’esecutivo stia premiando i concorrenti diretti, per di più grazie a blitzkrieg mediatici e sparate ad effetto, armi finora predilette dai 5 Stelle che adesso appaiono in affanno. Se ne avrà una qualche misura domenica sera, quando arriveranno i dati dalle città al ballottaggio per le elezioni amministrative: il simbolo del Movimento 5 Stelle è rimasto in lizza per il secondo turno soltanto in 7 dei 76 comuni al voto.
ALCUNI SPERANO CHE la quotidiana attività parlamentare possa servire a smorzare l’irruenza dei leghisti. Altri confidano che i provvedimenti anti-corruzione e le misure sociali cui starebbe lavorando Di Maio servano a far guadagnare terreno ai grillini. Per questo Di Maio smentisce che Giovanni Tria stia serrando i cordoni della borsa, lasciando campo libero alle campagne a costo zero di Salvini. «I soldi arriveranno – dice Di Maio tranquillizzando i suoi – Il ministro del tesoro concorda con noi sul fatto che il debito si riduca con reddito di cittadinanza e flat tax e non con l’austerità». Da questi auspici, e dalle contraddizioni che contengono, si capirà quanto filo hanno da tessere i grillini nella trama di governo.
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