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Pauline occhio vitreo, 69 Dean Street

Pauline occhio vitreo, 69 Dean StreetLucian Freud, "A Girl (Pauline Tennant)", 1945

Da Christie's il secondo prezzo più alto mai realizzato da un'opera grafica, "A Girl (Pauline Tennant" di Lucian Freud, 1945

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 26 marzo 2017

Fine marzo. Tempo di bilanci. Si bruciano le cose vecchie e si comprano quelle nuove. Anche le case d’asta sembrano rispettare le stagioni. Inondano, con un bel fiume di pubblicazioni, le buche postali dei possibili compratori. Fra tanta materia, troviamo un cofanetto di cartoline che Christie’s dedica alla Modern British Art, che nel 2016 ha registrato prezzi da record. A Girl (Pauline Tennant), disegno di Lucian Freud del 1945, è ora da considerare il secondo prezzo più alto mai realizzato da un’opera grafica: 2 milioni e tre di sterline. Certo, niente a che vedere con la Testa di uomo di Raffaello, uno studio per la Trasfigurazione vaticana, che arrivò a 29,7 milioni di sterline, quando fu battuto da Sotheby’s nel 2012. La storia di questo ritratto affonda le sue radici in un locale di Soho, il Gargoyle Club, destinato a rimanere celebre. Qui, 69 Dean Street, alle pareti, fino al 1941, si poteva ammirare Lo studio rosso di Matisse (1911), passato al MoMa nel ’49, perché tutto è di proprietà – dipinto e club – di David Tennant, padre di Pauline. I Tennants, manco a dirlo, sono aristocratici. Lui ha già una carriera avviata come annunciatore radiofonico e passa in breve alla Bbc. La madre di Pauline invece è un’attrice che avrà moltissimo successo: Hermoine Baddeley. Pauline prova a seguire la strada della madre. Proprio nel 1945 fa il suo debutto nel grande schermo: recita in un film drammatico, Il grande giorno, dedicato alla visita di Eleanor Roosvelt in un villaggio della provincia inglese. A mettere accanto i volti in bianco e nero, con la loro recitazione patinata, e il tratto aggressivo della matita di Lucian Freud, sembra davvero di passare da un pianeta all’altro. Il Gargoyle era stato una «nursery» per Pauline, che avrebbe smesso presto di recitare, una volta sposato il suo primo marito, solamente l’anno successivo. Il fortunato era l’antropologo Julian Pitt-Rivers, discendente di una famiglia di studiosi, che aveva già fondato musei inglesi dedicati all’etnografia. Pauline e Julian lasciano Londra alla volta dell’Iraq, dove alla corte dell’ultimo re, Faisal II, avrebbero speso qualche anno. Chissà, forse felici. Prima di divorziare e di rientrare a Londra. Freud di anni ne ha ventitré e al Gargoyle incontra i primi snob interessati alla sua arte. Con la matita e l’uso della luce il giovane aggrediva già le persone, ma senza cercare le imposture. Pauline sembra antica come nel Rinascimento, quando i tedeschi o i fiamminghi segavano i lineamenti dei borghesi pur di vederli con chiarezza. E Freud, «tedesco», analitico e selvaggio, perseguiva una sua tensione del disegno, dove la grazia si nascondeva, tanto che Herbert Read avrebbe detto di lui che era un «Ingres dell’esistenzialismo». L’occhio sinistro, vitreo, di Pauline non dialoga con quello destro, né le spire di Medusa dei capelli lavorano affinché l’immagine sia silenziosa e pacata. Lasciata alle spalle ogni esitazione riguardo al realismo, che si poteva scombinare come si voleva, Freud danneggia più che può lo specchio della bellezza davanti alla quale si vorrebbe ammirare Pauline. Non era solo in quest’impresa, il giovane artista inglese. Più che degli altri suoi compagni di strada (Francis Bacon in testa), ora è il momento di rivedere il percorso di Frank Auerbach (1931), al quale la Tate Britain ha dedicato una mostra l’anno scorso. Ma basta prendere un’altra cartolina dal cofanetto di Christie’s e ci si accorge di come Auerbach abbia raggiunto il suo record storico sul mercato: 2,6 milioni di sterline, ma stavolta per un dipinto, una Testa di Leon Kossoff del 1954. La sua pittura impastata e tetra voleva avvolgere volti e persone dentro vortici di colore che rimbombano come prigioni. Freud non avrebbe mai rinunciato al disegno, per tutta la sua carriera, ed è forse per questo che la sua arte seduce ancora chi ha abbastanza nel portafoglio da potersi permettere la migliore offerta.

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