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Paul Weller, «nessuno stratagemma»

Book Note Paul Weller è sempre stato un personaggio piuttosto scorbutico con la stampa. Disponibile al dialogo ma dalla risposta affilata e non sempre gradevole, pronto e attento a sottolineare, rimarcare, chiarire, […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 giugno 2023

Paul Weller è sempre stato un personaggio piuttosto scorbutico con la stampa. Disponibile al dialogo ma dalla risposta affilata e non sempre gradevole, pronto e attento a sottolineare, rimarcare, chiarire, controbattere. In Magic. A journal of song (Genesis Publications Ltd, solo in inglese), con il supporto del giornalista e fan della primissima ora, Dylan Jones, Weller si racconta, con modalità simili, tramite un dettagliato ripasso della sua discografia, dagli esordi con i Jam fino all’ultimo album solista Fat Pop (vol.1), scegliendo vari brani, commentando i quali affronta con diretta schiettezza temi scottanti come l’alcolismo (un periodo oscuro e invalidante, anche artisticamente, che ha abbandonato il 1° luglio 2010 insieme all’abuso della cocaina), la morte dell’adorato padre, che da sempre gli ha fatto da mentore, amico, manager, criticando senza problemi i suoi album meno riusciti, ponendosi in modo molto confidenziale nei confronti del lettore. Spiega le ragioni dello scioglimento dei Jam all’apice del successo, nel 1982 («Ho realizzato che nella direzione in cui volevo andare non ci sarei potuto arrivare con i Jam»), per abbracciare una nuova sfida con gli Style Council con cui trovò popolarità, un impegno politico anti Thatcher fermo e risoluto ma anche un disastroso finale. Ripartì faticosamente da solista nel 1990 («piccoli club, a volte davanti a trenta persone. Era stranissimo dopo il successo di Jam e Style Council ripartire da zero») e ritrovò progressivamente fan e album in classifica, piccoli capolavori come Stanley Road, stadi pieni, tour mondiali, nella sua terza vita artistica. Curiosa l’ennesima conferma dell’usanza di cancellare, a fine registrazione di ogni album, ogni traccia inedita, demo, provino, per impedire un eventuale futuro riutilizzo per ristampe o confezioni deluxe. Graficamente elegante e raffinato, ricolmo di memorabilia, 450 foto più o meno rare e i testi di un centinaio di canzoni, il libro è di pressoché esclusiva pertinenza per i fan più accaniti di Paul Weller che troveranno però un tassello importante per completare la conoscenza dell’arte, della vita, dell’ispirazione del Nostro. «Non sono nemmeno lontanamente interessato di come l’altra gente compone, anche quelli che mi piacciono e ammiro. Non penso di dover insegnare niente a nessuno, non mi interessa nessuno stratagemma compositivo, voglio solo vedere il magico in una canzone».

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