Nicoletta Strambelli al secolo Patty Pravo è l’icona per antonomasia della cultura pop italiana. Forse ancor più di Mina per la sua capacità – e disinvoltura – di maneggiare look, stili e variazioni musicali senza curarsi del rischio. Basta gettare uno sguardo – anche distratto – alla sua discografia ufficiale per scoprire accanto a ‘bambole’ ‘ragazzi dal cuore infranto’ e ‘paradisi’ tributi allo chansonnier francesi e ardite sperimentazioni elettroniche (Ideogrammi, 1994) e di ritmi (Biafra, 1976). Bene, dopo due anni di (forzato) riposo, la signora si è rimessa in viaggio: un disco in preparazione ma soprattutto un tour per le città, Minaccia bionda, pensato per i fan certo ma anche con qualche gradito ripescaggio dal passato. Uno show dal vivo che ripercorre la sua carriera ma è anche storia di una parte del costume e dello spettacolo italiano:  «Un lungo riassunto – spiega lei in un’intervista recente, per quanto possibile, della mia carriera, in cui mi racconto fra musica e parole. Tante canzoni, ricordi e aneddoti, oltre a contributi video, alcuni dei quali inediti con la voce narrante di Pino Strabioli».

UNA GIOIA per gli occhi i video dove il colore si alterna al bianco e nero, che sono una sfilata di personaggi noti della cultura e dello spettacolo italiani dal ’68 ad oggi: da Luchino Visconti che bazzica il Piper: «Solo per vedere quella ragazza bionda» a Gianni Boncompagni, Fellini, Mauro Bolognini che la vede da lontano «come una dea», Mario Schifano con cui tira all’alba al Pantheon dove incrociano un indaffarato Giulio Andreotti.

Una gioia per gli occhi i video dove il colore si alterna al bianco e nero, che sono una sfilata di personaggi noti della cultura e dello spettacolo italiani dal ’68 ad oggi

Immagini, parole e tanta musica: il repertorio dei pezzi più noti fino alle inevitabili E dimmi se non vuoi morire («Vasco mi aveva inviato il provino imitando la mia voce: io ci sono caduta e mi chiedevo perché non ricordassi di aver inciso quel brano…»), Pensiero stupendo, Pazza idea. Ma la sorpresa arriva da Mercato dei fiori, di un giovanissimo De Gregori e soprattutto Le tue mani su di me, struggente brano di Venditti scritto per uno dei suoi album più belli, Incontro.

O «PER UNA BAMBOLA», incanto sanremese del 1984 con lei che scende le scale dell’Ariston fasciata da un abito argentato di Versace. Poi c’è la voce rinfrancata dai due anni di lockdown attentissima ai cambi di tonalità e alle sfumature, che rendono la sua interpretazione di Col tempo di Leo Ferrè, assoluta e definitiva. Talento di attrice capace di dosare le parole e chiudere un rapporto malsano (Tutt’al più) con un laconico ‘basta’.