«Io sempre fui ridicolo e lo so, forse fin dalla mia nascita. Di me ridevan tutti e sempre. Ma nessuno di loro sapeva, né indovinava che, se c’era un uomo sulla terra più di tutti consapevole ch’ero ridicolo, quello ero io stesso. Da me ci sono un divano di tela cerata, un tavolino , due sedie e una comoda poltrona, vecchia, vecchissima…». A parlare è Fedor, l’uomo ridicolo raccontato da Dostoevskij, ma le parole non stonerebbero se a pronunciarle fosse stato il ragionier Ugo Fantozzi. Certo, seduto su quella poltrona Ugo non avrebbe acceso una candela ma la tv: sintonizzato...