Parole-chiave per un domani
Incontri Alla Fondazione Feltrinelli di Milano inizia oggi un ciclo di conversazioni dal titolo «Le conseguenze del futuro». Ospiti: dalla sindaca di Barcellona Ada Colau all'inventore della scheda Arduino Massimo Banzi
Incontri Alla Fondazione Feltrinelli di Milano inizia oggi un ciclo di conversazioni dal titolo «Le conseguenze del futuro». Ospiti: dalla sindaca di Barcellona Ada Colau all'inventore della scheda Arduino Massimo Banzi
Alla Fondazione Feltrinelli di Milano inizia oggi (alle 18.30) Le conseguenze del futuro, un ciclo di conversazioni organizzato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei per «interpretare la complessità del presente, comprendere e ricostruire il futuro, in reazione all’indifferenza che troppo spesso prevale».
GLI APPUNTAMENTI in programma sono sei, dedicati ciascuno a parole-chiave come conoscenza, formazione, comunità, salute, cibo e spazio. Ognuno di essi vedrà alternarsi esperti e accademici di tutto il mondo. Interverranno politici che hanno scommesso sull’accoglienza e sulla lotta alla povertà come la sindaca di Barcellona Ada Colau, l’ex-presidente socialista dell’Ecuador Rafael Correa, o il sindaco di Mechelen (Belgio) Bart Somers. A dialogare con loro, intellettuali attivi in settori cruciali della cultura contemporanea, come l’epidemiologa di Berkeley (California) Kate Pickett, l’economista indiano naturalizzato statunitense Raj Patel, il geografo inglese Ash Amin, o il fisico teorico Vincenzo Barone.
ALL’INCONTRO DI OGGI, dedicato appunto alla conoscenza, gli invitati sono tutti italiani, ma con un profilo internazionale. Il primo è il filosofo Ermanno Bencivenga, da quasi quarant’anni docente all’università di Irvine, California. In carriera ha affrontato moltissime questioni, dalla logica alla morale. Negli ultimi anni, ha affiancato alla produzione accademica una fortunata attività divulgativa, che ha prodotto titoli come La scomparsa del pensiero (Feltrinelli, 2017) e Filosofo anche tu, da poco pubblicato per l’editore Giunti. Bencivenga segnala il pericolo della «catastrofe gentile» soprattutto presso le nuove generazioni: l’abitudine che qualcuno, «o qualcos’altro», possa far la fatica di ragionare al posto nostro.
CON IL FILOSOFO dialogheranno due «eroi» del capitalismo cognitivo come l’inventore della scheda Arduino, Massimo Banzi, e il fondatore di Talent Garden, Davide Dattoli.
Arduino è un progetto nato a Ivrea ma ormai noto in tutta la comunità globale dei makers. È un processore che costa una ventina di euro da collegare ad altri componenti per creare robot, sensori, e altri dispositivi elettronici. A differenza dei computer tradizionali, le cui tecnologie sono coperte da brevetto per eludere la concorrenza, Arduino è open source: chiunque può copiarlo, e venderne copie modificate (succede davvero).
IL PROGETTO di Banzi si basa sulla scommessa che nel capitalismo odierno sia decisivo controllare non i prodotti, ma le «piattaforme», cioè le infrastrutture umane e materiali che permettono di usarli. Intorno a Arduino infatti si è creata una rete di singoli utenti e grandi corporations di cui Banzi è mediatore e animatore: ha fondato i primi Fab Lab (laboratori di fabbricazione autogestiti) e oggi dirige la Maker Faire di Roma, la più importante al mondo dopo quella di San Francisco. Secondo The Economist è uno dei fautori della «nuova rivoluzione industriale».
Dattoli ha 27 anni e ha fondato una rete europea di coworking, luoghi di lavoro condivisi per free-lance dell’economia digitale. Quando ne parlò con il sindaco di Brescia, la sua città natale, si sentì rispondere «io non finanzio un centro sociale». Invece oggi Dattoli guida 23 «campus» in 8 paesi europei, in cui si formano e lavorano migliaia tra lavoratori free lance e aziende.
LA BATTUTA del sindaco però non è del tutto casuale. Sia i coworking che i fab lab di Banzi mettono a valore idee nate nella controcultura di sinistra (qualcuno ricorderà gli «hack lab» e gli «hack meeting» di qualche anno fa) e che oggi fanno viaggiare l’economia globale. Ma non c’è nulla di strano, in questo «recupero» da parte del mercato di idee e persone che si sviluppano in contesti antagonisti al mercato. Lo dimostra la stessa parabola di Feltrinelli, editore e militante, e di Mattei, prima comandante partigiano e poi capitano d’industria.
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