Rubriche

Parliamo dell’insalata di favole

bambini

I bambini ci parlano La rubrica a cura di Giuseppe Caliceti

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 25 novembre 2021

Cosa vi sembra questo testo di Stefano Bordiglioni che vi ho appena letto?
«Fa ridere». «Non si capisce niente». «A me è piaciuto, però è un po’ confuso, è vero, non si capiscono molto le cose. Non si capisce cosa vuole dire». «Ci sono dei pezzi di tante storie diverse». «E’ una storia a pezzi. Anzi, non è una storia. Sono solo dei pezzi di tante storie». «A me fa schifo. Boh. Cosa vuol dire? Una cosa a caso, mi sembra. Senza senso. E non fa neppure ridere». «E’ una storia con dentro i personaggi di altre storie: tipo i tre porcellini». «Anche Cappuccetto Rosso». «Anche Geppetto e Biancaneve». «Ci sono anche i Puffi». «Infatti. E anche il GGG».

Si tratta di una insalata di favole, una macedonia di favole. Ma non è vero che non c’è storia…
«Ah, be’, sì, perché il boscaiolo viveva con i tre porcellini e allora è a lui che capita la storia». «Sì. Si è punto, si addormenta e dopo suona il telefono e dice che, Cappucetto Rosso gli dice che non può andare lì da lui, dal boscaiolo». «Non poteva perché doveva andare a salutare la nonna». «Ma a casa della nonna non trova la nonna ma Peter Pan che aveva fame, allora il cacciatore prese un pesciolino d’oro, lo mise sul fuoco per farlo arrostire un po’ e glielo fa mangiare». Dopo mangiato fanno una passeggiata nel bosco, sempre il boscaiolo e Peter Pan, e incontrano il padre di Pinocchio e Biancaneve». «Che buffa, però, questa storia!» «Poi trovano dentro un pozzo Mago Merlino e dentro a un forno trovano Cenerentola…» «Non è una storia, questa. È una pazzia!» «E c’è anche la Sirenetta che bacia la Bella addormentata e poi i Puffi che si sposano con il GGG».

Secondo voi quale era lo scopo di chi ha scritto questa insalata di favole? Ma soprattutto, alla fine, vi è piaciuta o non vi è piaciuta questa insalata di favole? Mi dite si o no e mi spiegate perché?
«A me non è piaciuta perché non si capisce niente». «Anche a me non è piaciuta, non sembrava una storia vera, sembrava una storia tutta sbagliata». «Io preferisco le storie normali, le favole normali». «Per me quello che ha scritto questa insalata voleva far ridere, ma non so se ci è riuscito. A me non ha fatto ridere molto». «Per me lui voleva stupire tutti e allora, per stupirli, metteva insieme delle cose che non c’entravano niente per far stupire tutti, ma poi alla fine non ha stupito nessuno». «Poi la Sirenetta che bacia la Bella Addormentata a me ha fatto un po’ schifo che due femmine si baciavano». «A me i Puffi piacciono, ma non possono sposare tutti il GGG. Anche se lui è grande e loro piccoli, non possono. Altrimenti ognuno si sposa con chi vuole». «A me non è piaciuta, questa insalata di favole, perché poi non succedono tante cose. Non è una vera avventura». «Ci sono tanti personaggi ma la storia non è bella». «Anche per me lo scrittore della storia voleva fare ridere e allora cercava di dire delle stupidate, di fare degli errori, di mettere insieme un personaggio di una favola con un altro di un’altra favola che non c’entrava niente, ma le favole non sono così, dopo non si capisce niente…» «Per me lui voleva fare…. Voleva provare a far ridere ma poi non c’è riuscito e ha rovinato tutto. Ha fatto solo una gran confusione». «A me invece è piaciuto sembrava una storia pazza e a me piacciono le storie pazze perché non capisci mai come possono andare a finire…»

Vi piacerebbe provare a scrivere una vostra insalata di favole?
«Siiii!» «A me non tanto, perché so già come sono». «Bellissima idea! E per me è anche facile, maestro. Perché conosco un sacco di favole e di personaggi delle favole!» «Ma non sono mica tutte uguali. Poi se la scrivi tu, puoi scriverla come ti pare». «Però ci possiamo mettere dentro tutti i personaggi che vogliamo, maestro? Anche il lupo?» «Per me è una perdita di tempo: meglio imparare delle favole nuove invece di imparare dei pezzi di favole». «A me piacerebbe questo testo da fare, maestro. Ho già delle idee». «Secondo me è una buona idea anche perché facciamo una cosa nuova».

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