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Parliamo del sangue e delle punizoni

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I bambini ci parlano La rubrica a cura di Giuseppe Caliceti

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 29 luglio 2021

Ripensiamo un po’ a quello che è successo ieri…
«Ti sei arrabbiato perché R. si è fatto male al ginocchio. Ha sanguinato. Allora tu hai detto che se si faceva male di più e doveva andare al pronto soccorso la colpa era tua e della maestra, non era sua». «Io non lo sapevo». «Anche io non lo sapevo che era colpa tua». «Si è fatto male perché tua avevi detto che non bisognava correre e lui invece ha corso lo stesso. Perché R. non ubbidisce quasi mai se tu non lo guardi». «Lui non capisce bene le regole». «No, lui fa finta di non capirle. Lui le capisce e poi fa ugualmente quello che vuole». «R. è caduto nell’asfalto. Per questo il ginocchio era sanguinante. Perché ha strisciato il ginocchio sopra all’asfalto». «Io non capisco perché lui non ubbidisce mai. Perché a scuola è bravo. Solo in cortile è monello». «Poi un’altra volta ho visto che ha dato il pugno che ha fatto sanguinare il naso ad E. e lei ha pianto». «No. Non a E. ma a F.» «A tutti e due». «Ma quello era un gioco che lo fanno vedere anche alla tv. I super mostri. Si gioca così». «Allora non è un bel gioco». «E’ un cartone che devi ammazzare gli altri mostri intergalattici». «Sì, ma a scuola tu non dai dei calci ai mostri, a a dei bambini, a dei tuoi compagni di classe». «Io subito pensavo che doveva andare all’ospedale perché il ginocchio gli sanguinava molto. Dopo, col ghiaccio e anche il cotone e le garze, dopo sanguinava meno». «Io pensavo che si rompeva la gamba». «Per fortuna è andata tutto bene e non si è rotto niente». «Però è rimasto il buco nel ginocchio». «Dopo avete chiamato sua mamma e suo papà e si vedeva che erano preoccupati. Non sapevano se portare R. al pronto soccorso o no. Dopo suo padre ha detto di no perché era solo molto sangue ma senza un buco molto profondo».

C’è stata un’altra cosa che mi ha dato molto fastidio…. Che qualcuno di voi abbia detto che qualcuno ha spinto R. e lo ha fatto cadere…. Invece io ho visto benissimo la scena e R. è caduto da solo… Nessuno lo ha spinto. Allora mi piacerebbe sapere perché C. ha detto che qualcuno, per la precisione T. avrebbe spinto R.
«Io lo so. Perché voleva dare la colpa a qualcuno». «C. per me ha detto così perché non voleva avere la colpa lui. Perché tante volte quando succedono questo bisticci che uno si fa male, è sempre colpa sua. Sempre no, ma quasi sempre». «Non è vero. Io non lo ho detto per questo». «E’ vero!» «No, per me ha ragione. Lui ha dato la colpa a T. solo perché T. gli è antipatico e invece…. E invece T. non aveva fatto niente». «E’ vero. Perché R. correva troppo forte e poi è inciampato da solo». «Mi sembra che stavano correndo tutti e tre e forse…» «No, non si sono presi contro. Non si sono spinti. Anche io ho visto bene. Anche io ho visto benissimo e nessuno lo ha spinto. R. è corso ed è caduto da solo». «E’ una cosa brutta dare la colpa a uno che non ha avuto la colpa». «Io…Io… Io avevo detto così perché non sapevo a chi dare la colpa». «Ma forse…. Forse non c’era la colpa… Non ci hai pensato? Non hai pensato che poteva inciampare da solo». «No. Perché lui corre benissimo. Lui corre fortissimo. Lui non inciampa mai». «E invece questa volta è inciampato». «A parte che il maestro aveva detto che nessuno poteva correre e fare le gare, oggi…. C’era anche bagnato e dopo le bidelle si arrabbiano se sporchiamo con le scarpe…»

Non mi avete detto come è finita la storia e se siete d’accordo con la punizione…
«E’ finita che dopo lo hanno curato nel ginocchio. Lui piangeva. Gli faceva male. Però non è andato nì al pronto soccorso e neppure all’ospedale perché i suoi genitori non lo hanno portato». «Mia mamma ha detto che era solo una sbucciatura e dopo gli viene sul ginocchio una crosta che gli fa male». «Perché adesso deve esserci la cicatrice». «Per me è giusto che adesso alla ricreazione non corre più e sta sempre seduto fino alla fine dell’anno. Anche perché poi mancano solo quattro giorni alla fine di quest’anno di scuola…» «Per me lui è stato poco furbo a non seguire le regole perché adesso non può giocare». «Per me, maestro, l’ultimo giorno di scuola lo puoi fare giocare, però».

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