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Parla come magni

Parla come magni

Il colonnino infame Se non sopporti l'ingratitudine, non fare del bene...

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 luglio 2023

Che Patrick Zaki abbia rifiutato il volo di Stato offerto da Palazo Chigi non è vero: prova ne sono i selfie (ancora inediti) da lui stesso scattati a bordo dell’Airbus A314 col sottosegretario al Ministero dei Trasporti Galeazzo Bignami -vestito da nazista- e postati sul sito di Montecitorio da Donzelli e Del Mastro; altrettanto falso che Zaki abbia dato buca a Giorgia che lo aspettava al ristorante «Sora Lella» a Garbatella pe’ ‘na bella pajata: c’è annato, c’è annato… e dopo ‘a pajata s’è magnato pure ’n bell’abbacchietto a scottadito e du sartimbocca ala romana. In quanto al fatto che non parlerebbe italiano ma solo uno stentato inglese scolastico a livello Di Maio è falso anche questo: ce parla, ce parla… prova ne sono i video (ancora inediti) postati da Donzelli e Del Mastro dove alla «Sora Lella» Zaki sfida Galeazzo Bignami -in uniforme della Gestapo – a suon di stornelli improvvisati che manco Anna Magnani in «Mamma Roma», esternando in tal modo la sua riconoscenza a Giorgia Meloni.

Niente a che vedere dunque col caso di Simona Pari e Simona Torretta sequestrate nel 2004 in Iraq, che dopo essere state liberate erano più grate ai loro sequestratori che al liberatore Berlusconi. Nessuna ingratitudine di Patrick Zaki quindi e le immagini di lui che parla solo inglese e mangia cartocci su cartocci di fish and chips sono deep-fakes generati dall’idiozia artificiale dei nipotini di Stalin che ancora occupano le redazioni dei giornaloni, le sedi della Rai e il Centro Sperimentale di Cinematografia.

C’è tuttavia una notizia del caso Zaki che mi ha sconcertato: durante la conferenza stampa presso l’Università Alma Mater, il Rettore Giovanni Molari non s’è mai espresso in romanaccio ma in italiano con forte cadenza bolognese: scelta comprensibile nel caso di interviste a tv straniere, ma incomprensibile se rilasciate a televisioni di Stato in occasioni ufficiali. E dire che quando Bologna si chiamava Bononia e gli antichi romani la liberarono dai Galli, i bononiesi, loro sì, espressero la loro profonda gratitudine in un fluente antico romanaccio.

Fortuna vuole che il giovine Patrick Zaki non sia (come selfie e filmati ancora inediti presto dimostreranno) un ingrato come il Rettore Molari, ed è questo il motivo per cui sui circa 60.000 prigionieri politici che Al Sisi ha fatto incarcerare senza processo per le loro opinioni, la Meloni ha scelto solo lui e di tutti gli altri se ne frega.
Se non sopporti l’ingratitudine non fare del bene.

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