Parigi smentisce Londra: «Mai limitate le indagini su Swissleaks»
«Avere un conto denunciato regolarmente presso una delle più grandi banche del mondo non è un reato». Si difende così Davide Serra, il cui nome compare nella lista Falciani tra […]
«Avere un conto denunciato regolarmente presso una delle più grandi banche del mondo non è un reato». Si difende così Davide Serra, il cui nome compare nella lista Falciani tra […]
«Avere un conto denunciato regolarmente presso una delle più grandi banche del mondo non è un reato». Si difende così Davide Serra, il cui nome compare nella lista Falciani tra coloro che possedevano un conto presso la filiale ginevrina della Hsbc, in Svizzera. Il guru finanziario renziano ricorda poi che «la lista Falciani è nota alle autorità da anni e da anni tutte le forze dell’ordine dedicate ai reati finanziari hanno piena consapevolezza di chi ha agito correttamente e chi no. Peccato – aggiunge – vedere strumentalmente tutti in uno stesso calderone, con evidente intenzione di utilizzare con scopi non chiari alcune figure del tutto estranee a qualsiasi reato o comportamento non lecito». E come Serra, sono molti gli italiani – uno per tutti, Pippo Civati – che hanno spiegato i motivi, perfettamente legali, per cui compaiono nella lista. Anche la procura di Udine ha fatto sapere che dalle indagini avviate nel 2011 sui cittadini friuliani denunciati da Falciani «non sono state riscontrare comunque fattispecie penalmente rilevanti». Intanto lo scandalo Swissleaks apre un contenzioso “diplomatico” tra Parigi e Londra: la Gran Bretagna accusa la Francia di aver impedito loro di usare i dati contenuti nella Lista Falciani per perseguire legalmente i responsabili di reati fiscali. Ieri i ministri francesi hanno smentito seccamente.
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