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Parigi e Rabat di traverso. Unica certezza, la missione Minurso

Parigi e Rabat di traverso. Unica certezza, la missione Minursoinviato speciale delle Nazioni unite per il Sahara Occidentale, Horst Koehler

Sahara occidentale all'Onu Due sono i punti che il Marocco ostacola in qualsiasi maniera. Il primo è legato a qualsiasi tipo di menzione per l’organizzazione di un referendum per l’autodeterminazione, il secondo punta al mantenimento dello status quo e al rifiuto di qualsiasi misura di controllo sui diritti civili dei prigionieri politici del Polisario nelle carceri marocchine.

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 28 aprile 2018

Una terza e definitiva versione della risoluzione relativa al Sahara Occidentale verrà approvata entro lunedì 30 aprile, data di scadenza del mandato della missione Minurso che sarà prolungata di altri 6 mesi.

Lo scorso martedì, prima che fosse presentata al consiglio di sicurezza, la portavoce statunitense all’Onu, Nikky Halley, prima firmataria, su pressioni della Francia aveva rinviato la mozione per «esaminare tutte le richieste e proposte emerse durante la riunione del CdS». La reale motivazione erano le pressioni del Marocco per cambiare il testo, poco gradito al ministro degli Esteri marocchino, Nasser Bourita.

Nella prima versione, infatti, Russia e Cina volevano puntar molto su un reale sostegno politico dell’Onu all’inviato per il Sahara Occidentale, Horst Koehler, nella sua mediazione per «la ripresa dei colloqui di pace e per una soluzione diplomatica del conflitto equa, duratura e soddisfacente per il popolo saharawi».

Il secondo testo, presentato su pressione della Francia, principale partner economico e politico del Marocco, puntava invece a una denuncia del Fronte Polisario per una violazione sia del cessate il fuoco sia della zona cuscinetto di Guerguerat. La mozione, rifiutata dalla Russia, scartava l’«autodeterminazione del popolo saharawi», preferendogli il «progetto di autonomia» presentato dal Marocco, partendo dal principio che, secondo il diritto internazionale «il Sahara Occidentale non è un territorio autonomo e quindi non è eleggibile in un processo di autodeterminazione».

Il governo di Parigi, insieme a Rabat, puntava, con la vicenda della condanna del Polisario a Gueguerat, a distogliere l’attenzione del CdS dal principale problema che è invece l’impasse diplomatica nel processo di pace. L’altro elemento di frizione, posto dalla Francia, è stato lo status di due località, Bir Lahlou e Tifariti, che il Marocco vorrebbe integrare nella zona cuscinetto, mentre ad ora sono sotto la giurisdizione della Repubblica araba saharawi democratIca (Rasd) .

Due sono i punti che il Marocco ostacola in qualsiasi maniera. Il primo è legato a qualsiasi tipo di menzione per l’organizzazione di un referendum per l’autodeterminazione, il secondo punta al mantenimento dello status quo e al rifiuto di qualsiasi misura di controllo sui diritti civili dei prigionieri politici del Polisario nelle carceri marocchine.

Il portavoce del segretario generale dell’Onu, Stephane Dujarric, ha nuovamente smentito le accuse rivolte dal Marocco sugli sconfinamenti e affermato che le due località recriminate non rientrano nella fascia di sicurezza prevista.

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