Lavoro

Pari opportunità, «da Calderone e Roccella zero risorse»

La ministra del lavoro Marina CalderoneLa ministra del lavoro Marina Calderone – Angelo Carconi /Ansa

Incontro con le parti sociali La denuncia dei sindacati. Veronese (Uil): le ministre non hanno portato al tavolo né una cifra né alcuna misura

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 12 giugno 2024

Le ministre del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, e della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ieri hanno incontrato le parti sociali per un confronto sui temi legati alla parità.

Ma il risultato è stato il nulla assoluto. Solo generici impegni a «incentivi all’occupazione femminile e la promozione degli strumenti di welfare per una migliore conciliazione tra vita e lavoro», «l’estensione delle misure di sostegno alle donne vittime di violenza di genere», senza neanche una cifra sugli investimenti futuri.

«Ci saremmo aspettati di sapere quante risorse avremo a disposizione sui temi della parità e delle pari opportunità nella prossima Legge di bilancio e quali misure i due ministeri vorranno attivare. Ma, ahinoi, nulla di tutto questo», denuncia la segretaria confederale della Uil Ivana Veronese.

A fronte di questo «silenzio», il sindacato ha ribadito le proprie richieste: «aumentare il periodo di congedo obbligatorio rendendolo “cogente” per il “secondo genitore”, mantenendo al 100% l’indennità e aumentare ad almeno 12 mesi stabili il periodo di congedo facoltativo, con l’indennizzo al 90%; riconoscere la malattia per il ciclo mestruale doloroso e riportare l’Iva al 5% per la cosiddetta tampon tax e per i prodotti per la prima infanzia».

Ancora, la Uil chiede di «estendere a tutte le donne con figli l’attuale bonus mamme, di adottare misure per aumentare il tasso di occupazione delle donne e favorire l’ingresso nel mondo del lavoro con forme contrattuali stabili. Bisogna poi «rendere strutturali gli incentivi per le assunzioni delle donne, rivedere il criterio delle deroghe relative alle assunzioni del 30% di donne e giovani per gli appalti pubblici del Pnrr e investire adeguate risorse per potenziare i servizi pubblici per la conciliazione dei tempi di lavoro, anche implementando i servizi integrativi, a cominciare dai centri estivi pubblici», insiste Veronese, aggiungendo, a questo, la necessità di «prevedere forme di flessibilità per l’accesso all’età pensionabile delle donne, aumentare la misura massima di 400 euro mensili del reddito di libertà e finanziare adeguatamente la legge sulla non autosufficienza».

È stato messo in evidenza, inoltre, «quanto sia importante recepire nella nostra legislazione le indicazioni della Convenzione Ilo 190 sulle violenze e molestie, al pari della riattivazione del piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne, con il correlato piano operativo», conclude Veronese.

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