«Vedi, puoi amare anche me, che sono tanto simile all’oggetto»: così – secondo quanto scrive Freud – parla il nostro Io, quando si rivolge al crogiolo di pulsioni contenute nell’Es. E’ una rappresentazione piuttosto disorientante quella con cui il padre della psicoanalisi riassume non solo il modo per elaborare una perdita, ma anche quella «nuova azione psichica» con cui nell’essere umano si mette in forma il narcisismo, quando l’Io assume i tratti dell’oggetto, costituendosi a immagine dell’altro corpo: come un tutto, una totalità (il corpo dell’altro, ma anche il proprio corpo come altro). Con questa sua tesi, Freud provocava un’ennesima...