Visioni

«Paradise Is Burning», tre ragazzine e la battaglia per resistere al mondo

«Paradise Is Burning», tre ragazzine e la battaglia per resistere al mondoUna scena da «Paradise Is Burning»

Cinema In sala il 29 agosto il film di Mika Gustafson. La regista svedese premio Orizzonti 2023 racconta una storia di sorellanza

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 22 agosto 2024

Tre sorelle, la sedicenne Laura , la dodicenne Steffi e la piccola Mira che di anni ne ha solo sette, vivono da sole alla periferia di Stoccolma tentando di cavarsela in assenza della madre. L’estate è «euforia» ma anche la fuga costante dagli assistenti sociali di cui la maggiore si impegna come può a distogliere l’attenzione dal loro «caso» perché quei legami che le fanno sopravvivere nel mondo non vengano dissolti. Vincitore del premio di Orizzonti alla scorsa Mostra di Venezia Paradise Is Burning, esordio nel lungometraggio della regista svedese Mika Gustafson, arriva infine in sala (il prossimo 29 agosto). L’autrice lo definisce «una dichiarazione di amore alla sorellanza» che nella Svezia periferica e marginale di oggi si sostituisce nel vissuto delle tre protagoniste al concetto (qualsiasi esso sia) di famiglia.

SONO loro tre, senza madre né padre né altri a formare quel paradiso – che forse non è tale – di foga sfrenata e di tragica spensieratezza nella casa che non sanno come organizzare, in un tempo e in uno spazio sospesi, mentre entrano nelle case degli altri o fuggono da scuola in un movimento continuo che ne mostra la paura, l’incertezza, quel bisogno di non essere scoperti.
Gli adulti, a cui la sorella maggiore è la più vicina, sono figure distanti e negative, specie se si è donne, la loro comunità è per lo più femminile,e fra feste e alcol la strana libertà delle ragazze crea scompiglio nell’ordine che le circonda. Quella giovane mamma che si sente sola, in depressione dopo il parto e forse si innamora di Laura, ma il compagno le impedisce di vederla e anche di avvicinarsi a casa. Di cosa ha paura?

MACCHINA a mano, vicinissima ai corpi frenetici dei personaggi, ritmo veloce, punteggiato da momenti di calma Paradise Is Burning è un romanzo di formazione contemporaneo a cui non mancano gli eccessi ma che nella storia che narra, nei sentimenti che esplodono in ogni gamma delle ragazzine illumina una rabbia che a volte è frustrazione, e altre cerca una possibile rivolta a quel loro essere escluse, di cui non ha ancora consapevolezza ma che bene disegna il nostro presente. La regista affronta la narrazione di questa adolescenza/infanzia femminili con romanticismo (a volte anche eccessivo vista la situazione), adorazione e tenerezza: lei è sempre lì insieme a loro, dalla parte delle tre sorelle e dei loro desideri per ciò che gli viene negato, magari un bagno in piscina nella villa di qualcuno che si prendono senza chiedere il permesso. La sua esplorazione della femminilità avviene attraverso le diverse fasi della loro vita colte con estrema precisione, scegliendo come punto di vista quello della maggiore, Laura (Bianca Delbravo) che si assume la responsabilità delle altre e al tempo stesso prova a muoversi in quel mondo che nella sua età non ancora «grande» non comprende del tutto. Questo processo di crescita «obbligata» – e troppo presto – è accompagnato con tenerezza, nelle sfide che affronta e nei momenti di fragilità.

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