Ieri mattina in Vaticano papa Francesco ha ricevuto in udienza il metropolita Antonij di Volokolamsk, nuovo capo del Dipartimento per gli affari esteri della Chiesa ortodossa russa e numero due del Patriarcato di Mosca, guidato da Kirill.

Benché sia passato abbastanza sotto silenzio, si è trattato di un incontro importante, soprattutto in chiave diplomatica. È stato infatti il primo faccia a faccia in presenza – escludendo quindi il collegamento in videoconferenza fra Francesco e Kirill dello scorso 16 marzo – fra il pontefice e un esponente di primo piano del Patriarcato di Mosca, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, giustificata da Kirill come una sorta di «guerra santa» contro la decadente modernità occidentale. Il metropolita Antonij, inoltre, è un fedelissimo di Kirill, il quale due mesi fa lo ha nominato “ministro degli esteri” del Patriarcato di Mosca al posto di Hilarion, che invece sulla guerra in Ucraina aveva manifestato posizioni moderatamente pacifiste, anche in dissenso da Kirill, e per questo motivo era stato allontanato da Mosca e spedito in Ungheria, come metropolita di Budapest.

«Il 5 agosto, su invito di papa Francesco, il metropolita Antonij di Volokolamsk ha visitato il Vaticano, dove ha incontrato il capo della Chiesa cattolica romana nel palazzo apostolico», riferisce una scarna nota del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. «Durante la conversazione, che si è svolta in italiano (dal 2011 al 2015 Antonij è stato responsabile delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, ndr), papa Francesco e il metropolita Antonj hanno discusso numerosi temi delle relazioni ortodosse-cattoliche, anche nel contesto dei processi politici in atto nel mondo».

Il giorno precedente, il metropolita Antonij aveva incontrato in Vaticano monsignor Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali della Santa sede. Oggetto della «lunga conversazione», anche in questo caso, «questioni di attualità riguardanti il rapporto tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana».

È quindi assai probabile che entrambi i colloqui – quello fra i due “ministri degli esteri” e quello fra Francesco e Antonij – siano serviti a preparare l’imminente incontro fra papa Francesco e il patriarca Kirill, che dovrebbe svolgersi a metà settembre in Kazakistan, dove il 14-15 settembre si terrà la settima edizione del congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali. La Santa sede ha confermato che Bergoglio ci sarà, e gli organizzatori del congresso hanno annunciato anche la presenza di Kirill. Quindi, salvo imprevisti, i due si incontreranno in “campo neutro”, come fecero già all’aeroporto dell’Avana nel 2016.

Sarà un preliminare per un colloquio fra Francesco e Putin? È prematuro affermarlo. Certo è che il papa ha più volte espresso il desiderio di incontrare il presidente russo. Le diplomazie sono al lavoro.