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Papa e Armenia: il governo si divide

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Reazioni in Italia Per il sottosegretario Gozi «un esecutivo non dovrebbe esprimersi»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 14 aprile 2015

Pur riferendosi a eventi di un secolo esatto fa, le parole del Papa a proposito del genocidio degli armeni ad opera dei turchi, hanno finito per scatenare sia una polemica internazionale, sia una tutta italiana. La Turchia ha risposto in modo iroso e concitato alle accuse, a confermare la sua posizione al riguardo. La dura reazione di Ankara non è una sorpresa. Ieri, invece, chi ha vacillato è stato il governo italiano. Nella mattinata – durante una trasmissione televisiva di La7 – il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega agli affari europei, Sandro Gozi, aveva specificato di essere d’accordo – personalmente – con il papa, specificando però che un governo non dovrebbe esprimersi al riguardo.

«Con il governo di Ankara siamo impegnati a parlare di democrazia, diritti umani e di minoranze. Riteniamo che il dialogo e il negoziato servono a risolvere questi problemi e non il muro contro muro», ha continuato Gozi. «Ricordo che quando i rapporti erano migliori abbiamo risolto il problema della minoranza curda e anche le minoranze cristiane che vivono a Istanbul. Le parole del Papa irritano moltissimo Ankara, è la solita e importante questione della lettura della storia, non esiste una lettura storica assoluta e la lettura della storia crea forti divisioni. Per noi che facciamo politica è meglio guardare ai problemi di oggi. Nessun governo si esprime in maniera ufficiale: questo è compito degli storici» ha concluso.

Questa posizione ha finito per dare adito a reazioni da parte di altre personalità del Partito democratico, con il risultato di una mezza giornata di sostanziale spaccatura nel governo.

Differenze di vedute emerse quando il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha invece appoggiato le parole del Papa, stigmatizzando l’eccessiva reazione della Turchia: «La durezza dei toni turchi non mi pare giustificata, ha detto il ministro, anche tenendo conto del fatto che 15 anni fa Giovanni Paolo II si era espresso in modo analogo. L’Italia – ha aggiunto Gentiloni – ha più volte espresso solidarietà e vicinanza al popolo e governo armeno per le vittime e le sofferenze inflitte 100 anni fa».

Gentiloni ha infine aggiunto che «sul riconoscimento giuridico» del genocidio «abbiamo sempre invitato Armenia e Turchia a dialogare per evitare che questa situazione ostacoli» un rasserenamento delle relazioni. A riequilibrare la posizione del Pd, con Renzi al momento in cui scriviamo ancora silente, ha poi pensato Lia Quartapelle (commissione Esteri e data in lizza per il ministero degli Esteri prima della nomina di Gentiloni):

«Noi siamo con il ministro Gentiloni che ha fatto bene a sottolineare la durezza non giustificata dei toni turchi dopo le giuste frasi di papa Francesco sul genocidio armeno. Alcuni osservatori ritengono che la reazione di Ankara sia dettata da questioni interne: forse è così ma è nostro dovere ringraziare Bergoglio per le sue parole che ricordano l’orrore del genocidio».

Chi – nell’arco parlamentare italiano – pare aver preso particolarmente a cuore le parole del papa, sono quelli della Lega. Sicuramente i membri del Carroccio sembrano più concentrati a dare al tutto una interpretazione anti turca e anti musulmana, visti i toni utilizzati. «Gozi nega la verità storica oggettiva del genocidio degli armeni. Per lui non è compito di un governo condannare e ricordare i genocidi. Uno così non merita di rappresentare le istituzioni, si dimetta», ha tuonato il capogruppo della Lega alla Camera Massimiliano Fedriga.

Anche per questo il Carroccio presenterà una mozione per impegnare il governo a «opporsi fermamente» all’ingresso della Turchia in Europa. «Mentre i cristiani nel mondo sono oggi vittime di duri attacchi e vengono quotidianamente massacrati, Gozi si volta dall’altra parte. Deve andarsene. È una presenza imbarazzante per il governo e per il Paese», ha ribadito Fedriga. ««Le parole del sottosegretario Gozi sono pericolose e devono essere immediatamente corrette da Renzi , il quale dovrebbe scusarsi», fanno sapere dalle parti dei Fratelli d’Italia.

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