Visioni

Paolo Fresu, «Cerco un suono libero che vada oltre il jazz»

Paolo Fresu, «Cerco un suono libero che vada oltre il jazz»Paolo Fresu – foto di Roberto Chiovitti

Intervista La frenetica vita del trombettista sardo fatta di dischi, un evento solidale per la Sardegna post alluvione e un progetto dedicato alla Grande guerra, con Paolo Rumiz

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 30 marzo 2014

Ci sono almeno tre buoni motivi per parlare oggi di Paolo Fresu, jazzista che ha sempre coniugato l’arte con la dimensione sociale e politica. L’uscita dell’album ?30! che festeggia il terzo decennio di vita del quintetto italiano; la pubblicazione della colonna sonora di Vinodentro, film del regista Ferdinando Vicentini Orgnani, nelle sale da marzo; un grande concerto per la «ri.costruzione» della Sardegna, drammaticamente sconvolta dal maltempo nei mesi passati. Già subito dopo la disastrosa alluvione del novembre 2013 il trombettista di Berchidda ha organizzato eventi di solidarietà. Il 19 marzo scorso è stata presentata – nell’aula consiliare del comune di Cagliari, con amministratori locali, rappresentanti di banche, organizzatori – l’iniziativa Sardegna chi_ama (31 maggio, Arena Grandi Eventi di S.Elia) di cui Fresu è ideatore e direttore artistico.

«L’alluvione – ci ha spiegato il trombettista – con il suo pesante bilancio di vittime e danni ha riproposto in tutta la sua drammatica portata le disastrose conseguenze del dissesto idrogeologico, del consumo del suolo, della cementificazione dissennata. Alluvioni e inondazioni sono «calamità naturali» che nascono senz’altro da situazioni meteorologiche eccezionali, legate ai cambiamenti climatici, ma che diventano ancor più devastanti senza un’adeguata politica di difesa del suolo e un efficace sistema di manutenzione e gestione del territorio. Per questo il 31 maggio organizziamo l’evento che si pone come un intervento di solidarietà concreta a supporto di centri e popolazioni colpite (82 comuni, 16 vittime ed un disperso; danni per oltre 650 milioni di euro, ndr), ma anche come un più ampio percorso di riflessione sulle tematiche del rapporto uomo-ambiente. Ciò nella convinzione che la cultura sia il più efficace strumento di cambiamento dei comportamenti. La Sardegna non vuole chiedere l’elemosina ma si pone come soggetto propositivo per una più ampia riflessione sui temi ambientali».

http://youtu.be/C99coGU1Jhk

Gli introiti dell’evento cagliaritano del 31 maggio saranno devoluti interamente per interventi alle sessantuno scuole danneggiate dall’alluvione. Il concerto, con la regia di Gianfranco Cabiddu, prevede i migliori gruppi sardi contemporanei ed un cast d’eccezione. Tanti gli ospiti che hanno annunciato la loro presenza (tutte esibizioni a titolo gratuito): Gianna Nannini, Raphael Gualazzi, Afterhours, Paola Turci, Ornella Vanoni, Samuele Bersani, Patti Pravo, Ron, Cristiano De André, Alice, Lella Costa, Ascanio Celestini, Geppi Cucciari, Neri Marcoré, Piero Marras, Tazenda, Luigi Lai, Elena Ledda, Antonello Salis, Gavino Murgia, Sikitikis, Menhir, Salmo, Lavinia Viscuso, oltre a vari contributi video (da Franco Battiato a Paola Cortellesi), allo stesso Fresu e all’arrangiatore Celso Valli, in funzione di «maestro concertatore». «Insomma – sottolinea il trombettista – la musica dimostra ancora una volta la sua incredibile capacità comunicativa. Ciò dà un senso all’arte e a chi la fa».

Fresu ha, comunque, arricchito la complessità della sua figura diventando anche produttore discografico con l’etichetta Tuk Music; volta soprattutto a dare un concreto e visibile spazio a giovani artisti (dal trombettista-pianista Dino Rubino al sassofonista Raffaele Casarano), essa ospita anche progetti «fresiani» non documentati dalla Ecm.

«La colonna sonora del film Vinodentro ha inaugurato la nuova sezione Tuk Movie.Il film è liberamente tratto da un bellissimo libro di Fabio Marcotto: racconta di un uomo che vende l’anima a Faust pur di diventare un grande sommelier ed è una sorta di commedia noir all’italiana interpretata da Giovanna Mezzogiorno, Vincenzo Amato ed altri, oltre alla fotografia del grande Dante Spinotti. Il registra è il friulano Ferdinando Vicentini Orgnani con cui avevo già collaborato per la colonna sonora de Il più crudele dei giorni sulla tragica vicenda di Ilaria Alpi. Con Ferdinando lavoro bene perché è anche musicista e ci troviamo sempre in sintonia (vedi il film girato in Sudafrica Zulu meets Jazz, 2008, ndr). Mi piace scrivere per il cinema e lo faccio quando mi viene chiesto coinvolgendo i musicisti con cui suono sui palcoscenici. Stavolta ho scritto una colonna sonora più classica con l’orchestra da camera dei Virtuosi Italiani, gli arrangiamenti e il bandoneon di Daniele di Bonaventura, le percussioni di Michele Rabbia più la mia tromba e l’elettronica. Il risultato è un’opera tangenziale e forse spiazzante che ospita, tra gli altri, due brani dal Don Giovanni di Mozart».

Tuk Music ha, peraltro, di recente pubblicato ?30! l’album che celebra i tre decenni del più longevo gruppo jazz europeo. «È un cd anniversario – spiega – in occasione dei trent’anni di vita del Quintetto con Tino Tracanna, Roberto Cipelli, Attilio Zanchi ed Ettore Fioravanti. Le illustrazioni di Alessandro Sanna e le foto di Roberto Cifarelli raccontano bene una delle esperienze più esaltanti della mia vita e la storia di un gruppo. La ricetta del successo è la stima e la fiducia reciproca prima ancora che la musica. Ho avuto la fortuna, agli inizi della mia carriera nei primi anni ‘80, di pensare da sardo ad una geografia degli incontri che era continentale: un sassofonista livornese che viveva a Bergamo; un pianista di Cremona; un bassista di Milano e un batterista di Roma. Certo, c’era il problema del dove vederci per le prove ma, come in una coppia, la lontananza ha anche prodotto degli effetti benefici».

Come se non bastasse Paolo Fresu sta lavorando ad un progetto sull’anniversario della Grande Guerra con l’aiuto dello scrittore Paolo Rumiz, ad un trekking con il quartetto Alborada per i vent’anni del festival I suoni delle Dolomiti e a molto altro… «Amo percorrere le strade tutte assieme senza lasciare indietro nulla. È ciò che mi dà ancora la voglia di fare e di scoprire».

 

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