Dalla lettura dei quotidiani apprendo che il presidente della Giunta della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, nell’arringare i sindaci abruzzesi per sollecitare il loro sostengo al Sì nel referendum costituzionale, avrebbe altresì dichiarato, in maniera strumentale, di volersi candidare a consigliere comunale a Teramo «replicando lo sforzo di Pannella». Per evitare ogni tipo di strumentalizzazione e speculazione elettorale, ritengo utile ricordare che Marco Pannella, fondatore e presidente qui a Teramo dell’associazione Amnistia Giustizia Libertà Abruzzi, nel corso della sua ultima intervista sul Fatto definì «una merda» la proposta di riforma Renzi-Boschi.

Marco, in ogni caso, è sempre stato per il sistema elettorale maggioritario con collegio uninominale, mentre con la riforma costituzionale Renzi-Boschi, sostenuta da uno scatenato D’Alfonso, si vuol proporre una Camera dei nominati dai partiti e un Senato appannaggio della casta partitocratica. Il presidente della Giunta, piuttosto che sforzarsi d’emulare Pannella, dovrebbe occuparsi della piena attuazione di quelle leggi regionali più care al leader radicale. E cioè la legge sul garante dei detenuti e quella sulla cannabis terapeutica. Chi vuole raccogliere il suo messaggio di speranza pensi a rispettare la Costituzione, applicando le leggi a tutela dei diritti che sancisce e non a stravolgerla a uso e consumo della partitocrazia. Basta con le strumentalizzazioni, al referendum io voterò No.