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Pallottoliere della Lombardia impazzito, esplode il caso Milano

Pallottoliere della Lombardia impazzito, esplode il caso MilanoLa protesta «Ora basta» martedì davanti al Pirellone – LaPresse

Pirellone Da un giorno all’altro crollano i contagi nel capoluogo: i malati di Covid sarebbero passati, secondo il sistema informatico regionale, da 13.680 a 2.475. Un crollo del 75%. Sala: fare chiarezza. Ma i conti non tornano neanche ai sindaci dei piccoli comuni. Il sistema è andato in tilt e i numeri dei positivi non corrispondono alla realtà

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 28 gennaio 2021

Nella tragica gestione dei dati pandemici della Regione Lombardia ora c’è anche un “caso” Milano. Tra il 20 e il 22 gennaio i malati di Covid sarebbero passati, secondo il sistema informatico regionale, da 13.680 a 2.475. Un crollo del 75%. È realistico pensare a una guarigione di massa di questo tipo? Evidentemente no, qualcosa deve essere andato storto nella gestione dei dati così com’era andato storto in quei piccoli comuni che alcuni giorni fa avevano denunciato malfunzionamenti nel sistema informatico che la Regione ha messo a disposizione dei sindaci.

È uno strumento importante per i sindaci perché sulla base di quei dati viene ad esempio basata la sorveglianza sanitaria, vengono eseguiti i controlli sulle quarantene, vengono prese iniziative di aiuto alla cittadinanza in base all’andamento del contagio. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha chiesto di fare chiarezza. «La solidità dei dati gestiti in questo momento lascia dei dubbi» ha detto Sala. «Io non so come si sia passati, da un giorno all’altro, da 13mila a 2mila contagiati. Quello che si potrebbe fare è cercare di andare a vedere insieme dati e procedure perché questa pandemia ci accompagnerà ancora per parecchi mesi».

Questo balletto sui dati mina la credibilità delle istituzioni e rischia di alimentare le argomentazioni dei negazionisti secondo cui i dati sono stati gonfiati ad arte. Lo scontro innescato da Attilio Fontana e Letizia Moratti contro l’Istituto Superiore di Sanità è un salto di qualità preoccupante. «Io non capisco questa difesa a oltranza della Regione Lombardia e questa idea di dire non abbiamo sbagliato niente» ha detto ancora ieri il sindaco di Milano Sala. «È capitato anche a me di dire che ho sbagliato e credo che i cittadini quando ammetti che hai sbagliato, sapendo che sei sotto pressione dalla mattina alla sera, lo possono comprendere. Quindi francamente non lo capisco. Ma detto ciò, mettiamoci a lavorare insieme, perché vedendo anche qual è la situazione dei vaccini, credo che tutti noi da cittadini al di là del nostro ruolo abbiamo capito che ce la porteremo ancora avanti a lungo quest’anno».

Come se non bastasse ieri il sistema informatico a disposizione dei sindaci è andato nuovamente in tilt facendo registrare un numero di positivi sproporzionato rispetto alla realtà. A Cesano Boscone le persone attualmente con Covid-19 sono passate in una notte da 56 a 416, ha denunciato il sindaco Simone Negri. La prima cittadina di Cologno Al Serio, Chiara Drago, ha segnalato che nel suo comune gli attualmente positivi sono passati in un giorno da 9 a 30. È anche andata a controllare le storie di queste persone vedendo che si sono finiti dentro 3 deceduti e 18 negativizzati senza data di guarigione. Dati gonfiati anche a Cornaredo. «Dopo alcuni giorni in cui i dati forniti ai sindaci da parte di Regione Lombardia erano in linea con la situazione reale, oggi (ieri ndr) il numero complessivo di positivi che ci viene fornito giornalmente è nuovamente esploso. A Cornaredo non abbiamo 355 casi, vengono ancora erroneamente conteggiati coloro che sono guariti, come da protocollo, senza il tampone negativo poiché senza sintomi e positivi da più di 21 giorni. Credo che il punto di partenza per superare insieme questa situazione sia avere dati trasparenti e certi!» ha scritto su facebook il sindaco Yuri Santagostino.

«Ci risiamo – ha commentato la segretaria del Pd di Milano Silvia Roggiani – gravissimo che questo accada mentre il presidente Fontana e la sua giunta hanno ingaggiato una battaglia politica con l’Istituto Superiore di Sanità pur di non ammettere di aver commesso un errore».

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