Palermo non può perdere l’istituto Gramsci Siciliano
L'appello Al Comune chiediamo di individuare le condizioni idonee al proseguimento delle attività ai Cantieri culturali della Zisa, nel rispetto ovviamente della normativa vigente, con la consapevolezza però che i mezzi finanziari di cui dispone un’istituzione culturale sono necessariamente modesti ed andrebbe invece valorizzato il lavoro svolto in termini di servizi pubblici gratuiti offerti alla città
L'appello Al Comune chiediamo di individuare le condizioni idonee al proseguimento delle attività ai Cantieri culturali della Zisa, nel rispetto ovviamente della normativa vigente, con la consapevolezza però che i mezzi finanziari di cui dispone un’istituzione culturale sono necessariamente modesti ed andrebbe invece valorizzato il lavoro svolto in termini di servizi pubblici gratuiti offerti alla città
In questi giorni, la vicenda del rapporto tra l’istituto Gramsci Siciliano e il Comune di Palermo ha conquistato ancora una volta le pagine dei giornali, facendo balenare la possibilità concreta della chiusura dell’Istituto. Non entriamo nel merito della vicenda, pensando che sia giusto che siano i soggetti coinvolti a spiegare direttamente le loro ragioni alla città, ma quello che ci preme sottolineare è il rischio che Palermo corre di perdere un patrimonio bibliografico, archivistico, e giornalistico di estrema importanza e valore storico.
L’Istituto possiede oltre 34.000 volumi, dedicati alla storia del movimento contadino, operaio e sindacale, dell’autonomia siciliana, del movimento femminista, dell’economia siciliana e del Mezzogiorno, del movimento antimafia; molti altri testi riguardano invece la storia d’Italia, del Mezzogiorno, della Sicilia, della città di Palermo; vi sono anche numerosi saggi di letteratura, diritto, filosofia e una ricca sezione dedicata al fenomeno mafioso. La Biblioteca fa parte del Polo della Regione siciliana del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), e svolge servizio di prestito interbibliotecario regionale e nazionale. Analogamente, le carte archivistiche raccolgono i fondi del Pci Siciliano ma anche gli archivi di molti uomini e donne della sinistra siciliana, di politici, intellettuali e studiosi attenti alla storia del territorio e dei suoi cambiamenti. Tali documenti provengono prevalentemente da donazioni da parte di protagonisti della storia politica, sociale e sindacale siciliana. Tra questi Pio La Torre, Pompeo Colajanni, Girolamo Li Causi, Marcello Cimino, Vittorio Nisticò. L’Istituto ha ordinato e reso consultabili da tempo anche le carte di Andrea Finocchiaro Aprile, uno dei protagonisti del movimento indipendentista siciliano nel secondo dopoguerra. L’Archivio, che conserva documentazione che va dagli anni ’40 del Novecento agli anni 2000, è stato dichiarato dalla Soprintendenza Archivistica della Sicilia di Interesse Culturale, e si articola in 58 fondi tra archivi di enti e associazioni, di persone e raccolte documentarie, che occupano nel loro complesso oltre 300 metri lineari.
Tra questi l’archivio dell’Associazione nazionale partigiani italiani, quello del Comitato di solidarietà democratica e l’unico archivio in Sicilia del Pci regionale, oltre agli archivi delle federazioni comuniste provinciali. Altrettanto importante la ricca collezione di giornali e riviste, in una città in cui le biblioteche pubbliche sono di difficile accesso e fruizione, anche in tempi antecedenti la pandemia. Questo patrimonio archivistico e librario permette di fare la storia della città di Palermo, della sua classe dirigente, di governo e di opposizione, delle sue trasformazioni e dei dibatti che l’hanno accompagnata; ma anche la storia dei movimenti che hanno segnato la Sicilia dalla seconda guerra mondiale a oggi, dalle lotte contadine al movimento antimafia. L’Istituto è dunque uno snodo irrinunciabile per riflettere sul passato della città e dell’isola. Non è stato tuttavia mai soltanto un luogo solo per studiosi, ricercatori e giovani studenti, delle università e delle scuole. Ha saputo essere, ci permettiamo di dire, anche un luogo di riflessione sul presente. Negli ultimi anni ha aperto infatti le porte a forze politiche, associazioni, singoli che volessero discutere della cosa pubblica, avendo come solo e unico discrimine il riferimento ai valori della Costituzione italiana. Lo ha fatto sempre gratuitamente e mettendo a disposizione le proprie strutture e il proprio personale.
Tanto più in un momento storico difficile e complesso per la città, in cui gli spazi culturali, pubblici e privati, stanno affrontando numerosi problemi e difficoltà economiche, l’Istituto Gramsci è, a nostro avviso, uno “spazio pubblico” reale, non perché “statale”, “regionale” o “comunale”, ma perché aperto e disponibile a tutti e a tutte coloro che si interessano della “politica”, “ovvero della cosa pubblica”. In questo senso rappresenta un “bene comune” a disposizione di questa città, pur continuando a mancare un regolamento sui “beni comuni” in città di cui pure molto si è discusso. Per tutti questi motivi pensiamo che il Gramsci Siciliano vada preservato e messo in condizioni di continuare ad esistere; che debba essere salvato il patrimonio archivistico – unico in Sicilia – e librario; che debba essere salvaguardato anche come centro culturale nel senso più alto del termine. In quanto cittadini/e ci rivolgiamo alle istituzioni pubbliche e private, alla società civile, affinché intervengano con ogni mezzo per salvare quello che è un patrimonio collettivo irrinunciabile. Al Comune chiediamo di individuare le condizioni idonee al proseguimento delle attività ai Cantieri culturali della Zisa, nel rispetto ovviamente della normativa vigente, con la consapevolezza però che i mezzi finanziari di cui dispone un’istituzione culturale sono necessariamente modesti ed andrebbe invece valorizzato il lavoro svolto in termini di servizi pubblici gratuiti offerti alla città. Ci proponiamo infine di aiutare, tramite una pubblica sottoscrizione, l’Istituto Gramsci, sostenendone concretamente l’esistenza e la sua insostituibile funzione culturale. Si può aderire all’indirizzo: appelloistitutogramsci@gmail.com.
Primi firmatari
Giovanni Abbagnato, Leo Alagna, Riccardo Alessandro, Cristina Alga, Pasquale Assennato, Francesco Asso, Laura Azzolina, Mario Azzolini, Giuseppe Barbera, Tommaso Baris, Dario Bisso, Pippo Bisso, Antonino Blando, Attilio Bolzoni, Diego Bonsangue, Fabrizio Brancato, Anna Bucca, Davide Camarrone, Salvatore Casabona, Antonia Cascio, Juan Catalano, Augusto Cavadi, Loriana Cavaleri, Totò Cavaleri, Luigi Centineo, Maria Adele Cipolla, Sabino Civilleri, Vittorio Coco, Piero Corrao, Gian Mauro Costa, Beatrice D’Agostino, Gabriella D’Agostino, Mari D’Agostino, Giovanna D’Amico, Anne De Grolée, Erika Di Cara, Matteo Di Gesù, Alessandra Dino, Francesca Di Pasquale, Salvo Di Piazza, Valentina Favarò, Fabrizio Favuzza, Ida Fazio, Simona Feci, Vinzia Fiorino, Alice Franzitta, Lillo Ganci, Alfonso Geraci, Vincenzo Gervasi, Angela Giardina, Claudia Giurintano Marina Gaziano, Claudio Gulli, Dario Lanfranca, Fabio Lanfranca, Flora La Sita, Antonio Lavieri, Antonella Leto, Dario Librizzi, Martina Lo Cascio, Salvatore Lupo, Marilena Macaluso, Paola Maggio, Serena Marcenò, Giovanna Marrone, Jesse Marsh, Alfio Mastropaolo, Andrea Merlo, Franco Miceli, Giancarlo Minaldi, Pietro Misilmeri, Beatrice Monroy, Michela Morello, Salvo Muscolino, Enrico Napoli, Chiara Natoli, Letizia Palumbo, Beatrice Pasciuta, Francesco Parisi, Manoela Patti, Cirus Rinaldi, Claudio Riolo, Fernando Riolo, Pippo Russo, Amalia Sanfilippo, Salvatore Savoia, Vito Scalia, Aldo Schiavello, Giorgio Scichilone, Alessandra Sciurba, Sorina Soare, Marco Sorrentino, Nino Termotto, Gilda Terranova, Pino Toro, Costantino Visconti, Carlo Verri, Emanuele Villa, Vittorio Villa, Giuliana Zaffuto, Gianfranco Zanna
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