Taranto, 1997. Caterino Lamanna si muove senza una meta precisa, tra una vecchia masseria, l’ILVA, gli operai in lotta, i padroni che non si accontentano dei profitti ma pretendono di esercitare il controllo assoluto consapevoli dell’impunità. Accanto a lui, una giovane donna che non comprende quale sia il senso autentico della loro relazione. Tra i capi, invece, il meschino Giancarlo Basile si aggira come un boss che può umiliare e offendere, creare e distruggere, spostare senza diritto tecnici specializzati in acciaieria e promuovere operai a caposquadra con il solo fine di trasformarli in spie. Il potere ha bisogno di infiltrati...