Pagine appassionate, come un assolo di Gato Barbieri
Ci sono musicisti che sembrano mettere in pratica quanto diceva di sé il poeta Walt Whitman: contengono moltitudini. Moltitudini e pluralità estetiche, tutte rinserrate in un’etica forte, intransigente. Possono adattarsi a qualsiasi situazione rimanendo se stessi, con immediata riconoscibilità.
Pensate a Davis, ad Armstrong. O a Leandro «Gato» Barbieri, sei decenni di incandescenza sonora, cortesia, amore (ricambiato) per la musica, in primis quel jazz che lo aveva folgorato da giovanissimo nella sua Argentina. E che aveva diffuso anche in Italia vivendoci per quattro anni, tra il ’62 e il ’65. Trovando anche sponda ideale in registi come Montaldo, Bertolucci, Pasolini, e tanti altri.
Per oltre cinque anni il musicista, ricercatore e saggista Andrea Polinelli ha indagato a tutto campo sulla vita, gli incontri, le opere multiformi di Gato Barbieri, la sua poetica appassionata e il suo timbro unico che ha infiammato tanti capolavori musicali dedicati all’America latina e oltre. Ha poi raccolto le testimonianze di musicisti, giornalisti, musicologi, storici della musica, ne ha trascritto dodici assoli.
Il tutto in un volume di oltre 400 pagine, Gato Barbieri / Una biografia dall’Italia, tra jazz, pop e cinema (Artdigiland») ma che scorre veloce e appassionato: come un «solo»di Gato.
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