Paganetti, suggestione genovese
Jazz Track A partire dalla suggestione di uno dei nomi di Genova, il trombettista ligure Andrea Paganetto, classe 1982, confeziona un album che non passa inosservato. Ianua (Orange Home Records) ha suoni […]
Jazz Track A partire dalla suggestione di uno dei nomi di Genova, il trombettista ligure Andrea Paganetto, classe 1982, confeziona un album che non passa inosservato. Ianua (Orange Home Records) ha suoni […]
A partire dalla suggestione di uno dei nomi di Genova, il trombettista ligure Andrea Paganetto, classe 1982, confeziona un album che non passa inosservato. Ianua (Orange Home Records) ha suoni caldi e forme cangianti che evocano immediatamente atmosfere e visioni mediterranee. Certo, aiuta anche l’uso di modalità mediorientali come l’interpretazione dell’unico brano non originale, Adiban di John Zorn, pescata dal repertorio del Masada Quartet. Ma ogni volta che la musica comincia il suo canto è un piacere. Merito della lucidità del leader e dei compagni di viaggio. Marco Bellafiore e Rodolfo Cervetto, rispettivamente al contrabbasso e alla batteria assecondano perfettamente le idee del leader mentre il chitarrista Maurizio Brunod è qui perfettamente a fuoco nel mettere al servizio del progetto la sua esperienza e una inesausta inventiva frutto di una lunga carriera. Di gran pregio anche la presenza dei duo ospiti: la giovane e talentuosa Anais Drago al violino e Francesco Bearzatti al sax tenore e clarinetto. Tra richiami progressive, derive free, andamenti folklorici ogni brano ha una precisa identità pur rimanendo coerente l’insieme. L’iniziale La porta è portato con baldanza su ritmi latin grazie al sax di Bearzatti, una certezza in fatto di energia e intelligenza improvvisativa, e poi con l’intervento del leader ricco di sapori hot. Di Paganetto va apprezzata la maturità nel sapersi limitare esaltando così i suoi interventi pieni di passione e venature blues, memori delle sue frequentazioni in quell’ambito musicale. Notevole è l’africanista The Market, a firma di Bellafiore, con il suo andamento corroborato dalle percussioni di Cervetto. Nella finale The Cage III c’è spazio anche per un episodio free rock con un efficace intreccio tra tromba e chitarra (ed elettronica) ad alta temperatura. Di Maurizio Brunod, che porta in dote la quietamente danzante ed evocativa Teseo, impreziosita dal clarinetto di Bearzatti, viene voglia di consigliare altri ascolti, magari riprendendo dischi di qualche anno fa come il commovente duetto con il compianto chitarrista statunitense Garrison Fewell Unbroken Circuit (Caligola). A proposito di chitarre segnaliamo il giovane Luca Zennaro, ascoltabile nel live Sad Music for Happy Elevators (Caligola) con il trio HackOut! insieme al sassofonista Manuel Caliumi e al batterista Riccardo Cocetti. Ne sentiremo ancora parlare.
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