Pacifico, le confessioni di un artigiano
Note sparse Esce l'8 marzo «Bastasse il cielo», il nuovo album di inediti del cantautore milanese. Dieci canzoni con grandi ospiti: Michael Leonhart, Alan Clark, Mike Mainieri
Note sparse Esce l'8 marzo «Bastasse il cielo», il nuovo album di inediti del cantautore milanese. Dieci canzoni con grandi ospiti: Michael Leonhart, Alan Clark, Mike Mainieri
Raffinato. Troppo per il gusto medio dell’ascoltatore assuefatto ai beat senza sosta, all’autotune e i languori autoreferenziali delle playlist radiofoniche. Per licenziare queste nuove dieci canzoni ci ha messo la bellezza di sette anni. Certo non è rimasto con le mani in mano, ce ne sono cinque – confessa – che sono «rimasti nel cassetto», senza contare le tante collaborazioni visto che la sua firma compare da anni nei brani di tanti suoi colleghi, da Gianna Nannini a Malika Ayane, passando per Adriano Celentano, Gianni Morandi, Samuele Bersani. Alle composizioni riunite in questa raccolta ci è arrivato con il tempo, attraverso la meticolosità dell’artigiano e – soprattutto – con il piacere di suonare con strumenti anche inusuali per il pop, brani impreziositi magari anche dal supporto di qualche ospite.
SÌ, PERCHÉ in questo disco «pieno di affetto» – parole dell’autore – è fondamentale il lavoro di Alberto Fabris, amico fraterno e collaboratore storico di Einaudi, che ha costruito intorno alle canzoni – nate nel piccolo studiolo parigino nel diciannovesimo arrondissement e elaborate poi in giro per il mondo – una rete fatta di musicisti che non si sono limitati a «due notine e via» , ma sono diventati fondamentali nella riuscita complessiva dell’album.
COSI’, per dire, troviamo gente come Michael Leonhart alla tromba e al flicorno (Steely Dan, Mark Ronson, Brian Eno, Caetano Veloso nel curriculum) o Alan Clark al pianoforte e al mellotron (Dire Straits, Bob Dylan, Tina Turner: vi bastano?) o il grande Mike Mainieri al vibrafono che ha suonato con leggende del jazz come Dizzy Glilespie e Billie Holiday. Aggiungere altro? Sì, l’abilità consueta di Pacifico di ricamare su melodie intriganti ma mai ovvie liriche di appassionata quotidianità, quasi diari di viaggio dove tuffarsi curiosi. L’attenzione ai piccoli gesti che attraversa A casa, descrizione della vita fatta di stenti di una madre e una figlia che guardano nelle immondizie ogni mattina. E l’amore, ovviamente, raccontato in Molecole, due minuti e quindici di pura poesia dove due amanti: «Si parlano e ancora si cercano fino a sfinirsi». Pacifico va in tour, debutto l’8 marzo a Piove di Sacco(Padova), il 21 a Bologna, il 22 a Torino, il 30 a Firenze.
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