Poco più che trentenne Gianpiero Rosati pubblicava in una prestigiosa collana della Sansoni, frequentata tra gli altri da Praz, Migliorini, Eliade, Pasquali e Binni, la sua prima ricerca ovidiana (Narciso e Pigmalione, 1983), focalizzata sulla spettacolarità della scrittura nelle Metamorfosi. Quel promettente libro d’esordio, auspice Antonio La Penna, ebbe una certa fortuna anche fuori dall’accademia ed è stato riedito nel 2016 presso la Normale di Pisa – lì dove Rosati ha infine coronato (e da poco concluso) il suo cursus honorum: nei quasi quarant’anni intercorsi egli ha dato alla comunità scientifica, per limitarci a Ovidio, commenti ed edizioni critiche divenute...