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Osservatorio Italia: le notizie sull’ambiente in breve

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Flash L’Italia è tra i paesi che immettono sul mercato il maggior numero di prodotti tessili a livello Europeo. Se ne occupa la campagna Abiti Puliti

Pubblicato circa 5 ore faEdizione del 17 ottobre 2024

Italia, ogni anno 23 chili di vestiti dismessi a testa

L’Italia è tra i paesi che immettono sul mercato il maggior numero di prodotti tessili a livello Europeo, con 23 kg per abitante ogni anno a fronte di una raccolta di soli 2,7 kg pro capite, che corrispondono a circa 160 mila tonnellate (di cui 80 mila raccolte al nord, 33,5 mila raccolte nel centro e 46,7 mila al sud). Dal primo gennaio 2025 tutti i Paesi membri affronteranno la grande sfida della gestione dei rifiuti tessili, che dovranno essere raccolti separatamente rispetto all’indifferenziato, ma che ad oggi registrano un tasso di riciclo mondiale pari solo all’1%. Considerando che il settore tessile è il quarto per maggiore impiego di materie prime e acqua, responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra, più dell’intero trasporto aereo e marittimo insieme, c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto in Italia. «È necessaria un’azione sinergica da parte di tutti gli attori per riuscire ad implementare la direttiva europea in modo da organizzare al meglio la filiera del fine vita, discutendone i requisiti con il Mase e il Mimit e allineandosi con tutti i consorzi per creare regole univoche e armonizzate nell’interesse dei produttori», spiega Luca Campadello del consorzio dei produttori Erion Textiles.

Per una Giornata mondiale del salario dignitoso

Il 25 settembre 2013 le operaie tessili in Bangladesh hanno protestato contro la prima fissazione del salario minimo da parte del governo dopo il crollo del Rana Plaza, il più grave disastro nella storia dell’industria della moda. Più di 100 lavoratori e lavoratrici rimasero feriti solo perché chiedevano salari più alti. La Clean Clothes Campaign (CCC) ha scelto questa data per celebrare, in oltre trenta paesi, la prima Giornata mondiale del salario dignitoso. L’invito a unirsi alla lotta e a dare avvio a un movimento globale è rivolto a organizzazioni, sindacati, attivisti e a chi crede che sia arrivato il momento di istituire il salario dignitoso per tutti e tutte. Per Deborah Lucchetti, coordinatrice nazionale per l’Italia della Campagna Abiti Puliti, «l’industria della moda produce ingenti profitti grazie alla massima compressione dei costi di produzione, principalmente dei salari, anche nelle filiere del lusso. Questa situazione non è più accettabile. Le operaie del tessile non possono continuare a lavorare in condizioni di sfruttamento e violazione dei diritti fondamentali, ricevendo in cambio salari da fame. Per questo è arrivato il momento di istituire un salario minimo dignitoso per ogni lavoratrice in qualunque parte della filiera operi».

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