Nel 1937, a soli nove anni, Osamu Tezuka, colui che è considerato in Giappone il dio del manga e l’iniziatore dell’arte del fumetto giapponese come lo conosciamo oggi, decide di creare una storiella a disegni e realizza quello che diventerà di fatto il suo primo fumetto, Pin Pin Sei-chan. Avido lettore di storie a disegni che venivano pubblicate sui giornali e sui periodici del tempo, il giovanissimo Tezuka era in quel periodo influenzato soprattutto dai lavori di Suiho Tagawa, in particolar modo dal suo Norakuro, le vicende di un cane antropomorfo le cui avventure da soldato, che iniziarono comiche, finirono però per tingersi di nero e diventare, quando si avvicinarono i tempi di guerra, mera propaganda militare.

DUE ANNI DOPO,  nel 1939, nei vari disegni fatti da Tezuka per compagni di classe o familiari, la sorella ed il fratello minori hanno un posto importante nei primi passi di Osamu come artista in quanto partecipano spesso alla realizzazione di alcune di queste storie, appare per la prima volta Hyoutantsugi, un personaggio con fattezze da maialino che ritornerà durante tutta la sua lunga carriera in molti altri lavori. Sempre nel 1939, appassionato di insetti, come mti altri suoi coetanei, legge di uno scarafaggio chiamato osamushi e decide quindi di creare il suo pseudonimo «Osamu» aggiungendo un carattere che significa «insetto» al suo vero nome. Nel 1941, finite le scuole elementari, comincia le scuole medie, dove viene però guardato con un certo sospetto dai suoi insegnanti, di formazione militare, per la sua passione verso il disegno e le storie a fumetti. È in questo periodo che crea altre brevi storie con i protagonisti più svariati, tra queste spicca soprattutto quella dedicata ad un detective, Mamaa tantei monogatari (La storia del detective Mamar).

È DA POCHE settimane in vendita nelle librerie dell’arcipelago, un grosso volume che raccoglie le opere giovanili di Tezuka, intitolato appunto La storia del detective Mamar, settecento pagine pubblicate dall’editore 888books con l’avallo degli eredi di Tezuka e dello studio da lui fondato, la Tezuka Productions. Si tratta di disegni e brevi storielle realizzate da Tezuka fra i dieci e i quindici anni, prima cioè del suo salto nell’industria professionistica del fumetto che avvenne, a soli diciassette anni, nel 1946, quando pubblicò Maa-chan nikkicho (I diari di Maa-chan), una striscia di quattro vignette pubblicata sull’edizione per i più giovani del quotidiano Mainichi Shimbun.
Alcuni dei disegni contenuti nel volume sono già stati pubblicati in varie forme e in altre raccolte o esposte in mostre nel corso degli anni, ma è la prima volta che è stato pensato e realizzato un libro proprio su questo tema, le opere giovanili dell’autore. Tezuka quando era in vita si è sempre dichiarato contrario alla pubblicazione di questi materiali giovanili nel loro stato originario, senza correzioni ed aggiustamenti cioè, in quanto, appunto, frutto di una mano inesperta e di un’anima ancora bambina. Stando però alle parole del curatore del volume, Takayuki Hamada, queste pagine sarebbero un interessante punto di partenza per capire come l’opera dell’autore si sarebbe in seguito sviluppata, e benché si tratti di disegni ancora «rudimentali», sono animati da un senso narrativo e da una freschezza indiscutibili. Per gli studiosi dell’arte del fumetto e specialmente per coloro che vogliano approfondire la figura e l’importanza di Tezuka nella storia dei manga, sia come artista originale, sia come autore influenzato da fumettisti giapponesi e americani, queste storie e questi disegni rappresentano degli importanti materiali e fondamentali tracce d’artista su cui riflettere.

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