Lavoro

Orlando: «Ammortizzatori, la riforma è pronta e non costa troppo»

Orlando: «Ammortizzatori, la riforma è pronta e non costa troppo»Il ministro del Lavoro Andrea Orlando – Foto LaPresse

Il Colloquio Il ministro del Lavoro: «Sarà universalistica, abolito il requisito delle giornate minime per precari e stagionali. Blocco dei licenziamenti: solo la maggioranza può trovare l’accordo su una norma che lo prolunghi ma ogni passo avanti è importante: si rischia un contraccolpo sociale»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 19 giugno 2021

«Non è accettabile che nel nostro paese l’esercizio delle libertà sindacali possa mettere a rischio la vita: il ministero sta assumendo le informazioni sulle dinamiche della morte del sindacalista, in un settore come la logistica dove c’è una escalation intollerabile di violenze». Il ministro del Lavoro Andrea Orlando interviene alle ex Giornate del Lavoro della Cgil, ora denominate Futura 2021. L’argomento sono gli ammortizzatori sociali, ma il suo intervento non può che partire da Adil Belakhdim e la sua uccisione all’uscita del magazzino Lidl di Biandrate, forzando un picchetto nel giorno dello sciopero nazionale del Si Cobas.

IL TEMA DIRETTAMENTE collegato sono i morti sul lavoro e – sollecitato dal segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni – Orlando spiega il ritardo nell’incarico di capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) al magistrato Bruno Giordano, comunicato a Cgil, Cisl e Uil l’11 maggio. «La nomina non è avvenuta – spiega – perché noi stiamo attendendo la pronuncia del Consiglio superiore della magistratura che deve concedere il “fuori ruolo”. Colgo l’occasione per rivolgere un appello perché le cronache quotidiane si incaricano di spiegare le ragioni dell’urgenza. Sono però fiducioso – continua il ministro – ringrazio anticipatamente il vicepresidente Ermini che per sensibilità propria non mancherà di farsi carico di questa esigenza, anche se abbiamo perso qualche giorno. Nel frattempo abbiamo interloquito con il dottor Giordano che comunque ha espresso alcune indicazioni utili per partire subito».

In agricoltura sicurezza sul lavoro fa spesso rima con caporalato: «Con il ministro Martina all’epoca sono stato il padre della legge sul caporalato. La legge sta funzionando sul fronte repressivo, ora questa capacità repressiva si deve coniugare con strumenti che portino ad un cambiamento delle condizioni di lavoro del mondo agricolo: con Patuanelli stiamo lavorando in questo senso, come sulla clausola sociale sulle imprese agricole con una lettera alla commissione europea», sollecitata dai sindacati.

VENENDO AL CUORE del dibattito, Orlando ha spiegato come finora «con la pandemia abbiamo dovuto affrontare in modo emergenziale i ritardi strutturali di alcuni settori del mondo agricolo. Una riposta più compiuta verrà affrontata nella riforma degli ammortizzatori», il centro del suo impegno in questi mesi. La riforma che punta all’universalità è in dirittura d’arrivo per essere presentata entro fine mese, ma il suo costo rimane top secret. «È in corso un’interlocuzione con Mef. Ci siamo fatti un’idea però prima di renderla pubblica preferirei che ci fossero tutti i necessari approfondimenti. Si tratta di una cifra consistente ma a mio avviso compatibile con il quadro bilancio», sottolinea. Sui tempi di presentazione, «noi il testo lo abbiamo praticamente pronto – dichiara – . Faremo ancora un passaggio istruttorio con le parti sociali, definendo il metodo con palazzo Chigi, con il Mef, con Giorgetti con Cingolani e Colao sul tema delle transizioni. La tabella di marcia che ci eravamo dati sarà rispettata poi si tratterà di stabilire quali saranno i passaggi per approvare questo lavoro» nel cammino parlamentare per farla entrare in vigore dal primo gennaio 2022: «Nel mese di luglio si farà un passo avanti», promette.

Tornando sul tema ancora scottante del blocco dei licenziamenti e la sua mediazione di fine agosto cancellata da Draghi, Orlando ribadisce: «La mia posizione è arcinota. Ci sono giornali che sono incaricati di sottolinearla adeguatamente, li voglio ringraziare per questo, a partire dal Sole24Ore», dice scherzando anche sulla sua sottosegretaria leghista Nisini. «Per realismo – continua – e anche per questioni temporali e tecniche non vedo la possibilità che maturi oggi nella conversione del decreto Sostegni bis una norma di blocco generalizzata. Rimane ancora in piedi la possibilità della settorialità, vediamo cosa emerge. Tutto quello che aiuta a rendere graduale lo sblocco dei licenziamenti è un passo avanti perché sono convinto che non sarà l’ecatombe – come giustamente, facendo il loro mestiere, hanno detto i sindacati – però avremo una serie di contraccolpi che devono essere gestiti. Abbiamo poi una pluralità di strumenti come il contratto di solidarietà, il contratto di espansione, strumenti per la rioccupazione per spingere nella direzione di utilizzare il più possibile la cassa integrazione: sono stati azzerati i contatori, rese gratuite le addizionali alle imprese».

«SE MATURA UNA NORMA efficace nelle prossime ore, quella norma è un punto di riferimento per il governo. Non c’è modo di incidere ora in un dinamica che, per la natura di questo governo, in questo momento è una dinamica parlamentare», sottolinea.

«Per quanto riguarda l’agricoltura – con i sindacati che chiedono il riconoscimento della Naspi e della cassa per i settori della pesca e dei lavoratori delle cooperative agroalimentari – sono state accolte le istanze che muovo in una direzione che è stata utilizzata a 360 gradi. Si tiene conto della specifica del mondo agricolo e dello spettacolo: l’imprevedibilità di alcuni fenomeni atmosferici e ambientali. Una proposta che consente di non avere più il requisito delle giornate minime per accedere agli ammortizzatori», conclude Orlando.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento