Orka marina
Tube Attack GO UK, 2015, 3’40”, musica: Chemical Brothers, regia: Michel Gondry, fonte: MTV, classico Nonostante sia assorbito dalla sua attività di regista per il cinema, Gondry non rinuncia a realizzare videoclip, […]
Tube Attack GO UK, 2015, 3’40”, musica: Chemical Brothers, regia: Michel Gondry, fonte: MTV, classico Nonostante sia assorbito dalla sua attività di regista per il cinema, Gondry non rinuncia a realizzare videoclip, […]
GO
UK, 2015, 3’40”, musica: Chemical Brothers, regia: Michel Gondry, fonte: MTV, classico
Nonostante sia assorbito dalla sua attività di regista per il cinema, Gondry non rinuncia a realizzare videoclip, come quest’ultimo per i Chemical Brothers, con i quali ha già collaborato in passato. Niente di complesso (sia come trovate sia come tecnologie in campo): in scena sette performer (come le note musicali?) che si muovono in un paesaggio di edifici moderni (la periferia di Londra), abbigliate con stilizzati completini e copricapi grigi e, armate di due lunghi bastoni bianchi, producendo coreografie geometriche: qualche tocco di stop motion, qualche taglio particolare di inquadratura e il gioco è fatto. Un Gondry sottotono dunque, anche se risulta interessante il rapporto tra figure e spazio, il gioco dinamico – quasi costruttivista e schlemmeriano – tra danza e architettura.
ALDAN REYO
Isole Faroe, 2011, 4’53”, musica: Orka, regia: Heiðrik á Heygum, fonte: Youtube, magico
Originari delle isole Faroe, un arcipelago ubicato nel mar Atlantico tra Islanda, Norvegia e Scozia (25.000 abitanti), la band degli Orka accompagna i propri brani con videoclip piuttosto interessanti. Uno di questi, Aldan Reyo, promo del singolo incluso nell’album ÓRÓ, è pervaso da un’incredibile atmosfera, rarefatta e drammatica: un gruppo di persone scala la montagna cercando disperatamente una ragazzina scomparsa, il cui corpo galleggia sulla superficie di un lago vulcanico. Il cielo è plumbeo, non sappiamo dire neppure se è giorno o notte (Heiðrik á Heygum usa un’efficace decolorazione dell’immagine); il cadavere viene trascinato da una forza misteriosa dall’acqua fino a una roccia che si trasforma in un ammasso di corpi maschili dalla testa rasata. Lo spunto narrativo diventa un pretesto per la classica messa in scena di una natura selvaggia e primigenia che sprigiona una potenza ancestrale assorbendo uomini e cose.
YOU’RE ONLY HUMAN
Usa, 1985, 5’, musica: Billy Joel, regia: Richard Friedman, fonte: Youtube, cult
Un ragazzo è pronto a buttarsi da un ponte, ma un uomo con impermeabile e cappello nero che suona un’armonica (Billy Joel), gli mostra sia cosa succederebbe se davvero morisse (la disperazione della madre alla drammatica notizia, il pianto degli amici sulla sua tomba), sia quale potrebbe essere il suo futuro (la laurea, un matrimonio felice). Alla fine lo convince a desistere. L’idea di partenza è naturalmente desunta da Il paradiso può attendere di Warren Beatty. Il cantante è una sorta di angelo custode che ha la funzione di spiegare al ragazzo che «è solo un essere umano» ed è dunque imperfetto come tutti e come tutti può sbagliare. Divertente e ben girato, questo clip di Friedman conferma la verve anche attoriale del pianista americano che emerge in altri suoi lavori come ad esempio Uptown Girl.
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