È considerato un «tecnico puro» il neo-ministro della salute Orazio Schillaci. 56 anni, medico rettore dell’università di Roma Tor Vergata da tre, nella corsa al vertice del dicastero ha bruciato nomi ben più «politici» come quello della berlusconiana Licia Ronzulli (contro cui Meloni ha fatto le barricate). La leader di FdI lo ha infine preferito ad altri tecnici come il capo della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca, l’ex-direttore dell’Ema Guido Rasi, lo specialista in emergenze Guido Bertolaso.

«Siamo fieri che il nuovo ministro della salute sia un collega» ha detto il presidente degli ordini dei medici Filippo Anelli. «È stato il mio professore» lo ha salutato il sottosegretario uscente Pierpaolo Sileri, anche lui docente a Tor Vergata. «Un ottimo professionista e un autorevole professore e Rettore» dice di lui l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’amato, che però all’ateneo di Tor Vergata avrebbe voluto togliere la gestione del policlinico.

Il curriculum di Schillaci racconta una vita passata nell’accademia, con oltre 600 pubblicazioni scientifiche all’attivo nel ramo della diagnostica per immagini. A Tor Vergata Schillaci ha puntato molto sull’internazionalizzazione della ricerca, lui che ha studiato, insegnato e lavorato per un trentennio a Roma salvo una breve parentesi abruzzese. Tra gli incarichi istituzionali, da ricordare c’è solo la nomina nel Consiglio Superiore di Sanità nel periodo 2006-2008 da parte della diessina Livia Turco. Nel 2020 è stato il Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli (M5S) a indicarlo per il comitato scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità. Con l’ingresso nel governo più a destra della Repubblica, Schillaci può dirsi gradito all’intero arco parlamentare.

Come Rettore si è fatto notare per il braccio di ferro con la giunta regionale e poco altro. D’altronde, nei tre impegnativi anni da Magnifico è riuscito anche a firmare ben 110 pubblicazioni scientifiche (dati Google), quasi una alla settimana. Miracoli del «multitasking» che saranno difficili da ripetere da ministro, con una pandemia ancora in corso e un Pnrr da condurre in porto.