Coronavirus, ora il Pil può andare sotto zero, la crescita è la più bassa dal 2014
Una crescita del prodotto interno lordo (Pil) più bassa dal 2014, in attesa degli effetti che produrrà il Coronavirus sull’economia nazionale già a partire dal primo trimestre di quest’anno. Il […]
Una crescita del prodotto interno lordo (Pil) più bassa dal 2014, in attesa degli effetti che produrrà il Coronavirus sull’economia nazionale già a partire dal primo trimestre di quest’anno. Il […]
Una crescita del prodotto interno lordo (Pil) più bassa dal 2014, in attesa degli effetti che produrrà il Coronavirus sull’economia nazionale già a partire dal primo trimestre di quest’anno. Il dato sull’andamento del volume delle attività economiche prodotto nel nostro paese nel 2019, reso noto ieri dall’Istat, va considerato in questa duplice ottica. Da un lato, la crescita dello 0,3% è il segno di un «marcato rallentamento» rispetto al livello prodotto nel 2018 (+0,8%). Un dato comunque superiore allo 0,2% fissato dalla stima preliminare e dello 0,1% rispetto a quanto previsto dallo stesso governo. Dall’altro lato, l’evidente traiettoria discendente, già registrata nell’ultimo trimestre dal punto di vista della produzione industriale (-1,9% nel 2019, solo a dicembre meno 2,7% rispetto a novembre), è un campanello d’allarme in vista delle conseguenze del blocco della produzione disposto a seguito della politica preventiva di immunizzazione da virus decisa in questi giorni. Lo shock si farà sentire a cominciare da marzo per manifestarsi in tutta la sua interezza nel corso dell’anno. Le statistiche lo registreranno mese dopo mese. Al momento alcune previsioni danno il Pil sotto lo zero.
Il virus «può avere effetti sia sulla domanda che sulle forniture» per cui le esportazioni dall’Eurozona potrebbero «soffrire a causa delle misure di quarantena adottate dalla Cina» ha sostenuto il vice presidente della Bce, Luis de Guindos – È qualcosa che dovete tenere a mente: noi non avremo reazioni eccessive. Saremo calmi e prudenti. Quando reagiamo, sarà in linea con il nostro mandato». La reazione prudente è dovuta al fatto che gli spazi d’intervento della politica monetaria sono ormai molto limitati, come certificato dai livelli minimi storici dei tassi di interesse per gran parte degli Stati membri dell’Ue.
Ieri Piazza Affari ha aperto la settimana in calo: -1,5% a 21.665 punti. Un’eccezione rispetto alle altre borse europee che hanno recuperato nel finale di seduta chiudendo per buona parte in positivo. La spinta è stata data dall’attesa della teleconferenza dei ministri finanziari del G7 oggi sul coronavirus a cui parteciperanno anche i governatori delle banche centrali.
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