Scuola

Opposizioni e sindacati uniti, per una volta, contro Valditara

Giuseppe ValditaraIl ministro dell'"istruzione e del merito" Giuseppe Valditara – Ansa

Il caso Landini: «Pensieri che riportano indietro di 50 anni». I presidi vogliono «le fondazioni»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 27 gennaio 2023

Vista la bufera, il ministro dell’«Istruzione e del merito» Giuseppe Valditara ha fatto marcia indietro: «Non ho mai messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud». Eppure il combinato disposto tra i suoi annunci di mercoledì sulla differenziazione degli stipendi degli insegnanti in base al costo della vita e l’apertura al finanziamento privato delle scuole pubbliche, unito al progetto di legge di Calderoli sulle autonomia differenziata, ha messo in allarme sindacati e opposizione.

«Tornare a una differenziazione di gabbie salariali come cinquant’anni fa è una follia, il paese è già abbastanza diviso. Bisogna aumentare i salari per tutti» sostiene il segretario della Cgil Maurizio Landini. «Il ministro Valditara dovrebbe far finanziare il contratto collettivo che ora vede zero risorse» ha aggiunto il segretario della federazione dei lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil Francesco Sinopoli che si dice «pronto a mettere in campo ogni mobilitazione se questa sarà confermata come proposta».

Giuseppe D’Aprile, segretario Uil Scuola si augura che «le r dichiarazioni del ministro non corrispondano ai programmi sulla scuola che vorrà attuare. Diversamente significherebbe rimettere in discussione l’assetto del contratto collettivo nazionale accentuando la diseguaglianza sociale. Chiederemo chiarimenti formali in merito». Anche la Cisl Scuola, attraverso la sua segretaria generale Ivana Barbacci, ha chiesto un incontro faccia a faccia al ministero.

Più che «mettere in campo interventi perequativi – ha aggiunto Rino Di Meglio (Gilda) – bisogna pensare a rimuovere gli ostacoli che impediscono a un docente di condurre, a parità di stipendio, una vita dignitosa nelle grandi aree urbane. Occorrerebbe realizzare condizioni per favorire quei docenti pensando a interventi soprattutto sulla casa e sui trasporti, ma non sulle retribuzioni».

Valditara è riuscito a compattare, per una volta, l’opposizione. Dal Pd è un florilegio di dichiarazioni. La candidata alla segreteria Elly Schlein ha detto ieri in una trasmissione tv che «la posizione del ministro dell’Istruzione fa il paio con la pessima proposta di Calderoli sull’autonomia differenziata». Si fotografano le disuguaglianze del paese, privilegiando le scuole dei ricchi e dimenticando le scuole dei poveri». Su twitter il suo antagonista Gianni Cuperlo ha scritto: «Gabbie salariali per gli insegnanti. Se vogliono spaccare il paese più di quanto non lo sia e deprimere la scuola pubblica sono sulla strada giusta. Noi proveremo a sbarrargli il passo». Sempre sui social media, Peppe Provenzano, vice segretario Pd, ha scritto: «L’istruzione pubblica era pensata per fare gli italiani e unire l’Italia. I Ministri Calderoli e Valditara, che propone gabbie salariali per gli insegnanti, vogliono definitivamente spaccarla. Fratelli d’Italia o figli di serie A e di serie B? La presidente Meloni tace e acconsente». «Peccato che Valditara non trovi il tempo per discutere di investimenti, di lotta alla dispersione scolastica, di contrasto al precariato» ha detto Giuseppe Conte (Cinque Stelle).

«Il mix delle ricette di Valditara e della regionalizzazione di Calderoli è letale per la scuola pubblica italiana» ha aggiunto la capogruppo Cinque Stelle n Senato, Barbara Floridia – Aprire alle sponsorizzazioni private creerebbe un divario insanabile». «Se le idee e le proposte di Valditara diventassero realtà la scuola pubblica diventerà un pallido ricordo» ha detto Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi-Sinistra. «Da mesi ci esprimiamo contro l’autonomia differenziata – ha detto Bianca Chiesa (Unione Degli Studenti) – il ministro insiste ora sui salari differenziati, ma ancora più grave è l’idea di aprire le scuole ai finanziamenti dei privati che possono trarne profitto».

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