Cetara è un comune campano affacciato sul mare dove non nevica praticamente mai, eppure a fine giugno sono comparsi per le vie del paese alcuni pupazzi di neve, tutti di forme diverse. Non si tratta, almeno questa volta, di una follia legata al cambiamento climatico, bensì della visione poetica che riguarda un’idea di accoglienza della diversità: Serena Vestrucci, ha infatti intitolato il suo intervento scultoreo Abbronzatissimi Pallidissimi.
Nel frattempo a Vermogno, una frazione di Zubiena in Piemonte, è possibile partecipare a un gioco collettivo che ripropone in forma virtuale la caccia all’oro, ma non è un intrattenimento estivo, bensì di Victimula di Invernomuto (con la curatela di Threes): attraverso quest’opera il duo parla di una pratica nota nella zona già ai tempi dei romani.

Victor Fotso Nyie, Rocca san Giovanni (foto Andrea Fiordigiglio)

ACCADE INOLTRE d’incontrare tra le vestigia che ricordano i fasti di gloriose civiltà antiche di Aquileia, in Friuli Venezia Giulia, sculture che rappresentano un uomo e una donna intenti a utilizzare lo smartphone, lavoro ironicamente intitolato dalla loro autrice Judith Hopf Relational Rest (riposo relazionale).
Se la discussione, troppo spesso retorica, sui borghi è argomento che tiene banco da diverso tempo, in particolare dopo che la pandemia ha fatto rimpiangere irrealistiche atmosfere bucoliche, ecco che ci pensano gli artisti a portare in questi luoghi il proprio sguardo sorprendente e rivelatore. Una boccata d’arte, visitabile fino al 24 settembre, è un progetto che ogni anno, per tutta l’estate, presenta le opere di 20 artiste e artisti (con particolare attenzione ai giovani) in 20 borghi di 20 regioni italiane. Il merito di questa iniziativa risiede sia nel suo carattere diffuso, sia nel fatto che è in grado di far apprezzare opere d’arte in luoghi pubblici in cui i loro linguaggi potrebbero risultare inconsueti.

NON È UN CASO che questa sorta di mostra estesa su tutto il territorio nazionale sia nata nel 2020, proprio come una reazione alla pandemia, coniugando le necessità di sostenere la ricerca artistica in un momento di grande difficoltà e quella di valorizzare le ricchezze paesaggistiche e culturali di borghi al di sotto dei cinquemila abitanti.
L’unione delle energie di Fondazine Elpis e Galleria Continua (la cui esperienza in materia di arte pubblica è decennale) ha dato origine a una ben riuscita collaborazione che, in questi primi quattro anni di attività, ha intessuto una rete di relazioni con ottanta amministrazioni, comunità locali e altrettanti artisti.

L’INIZIATIVA PREVEDE che dopo un breve periodo di residenza nel borgo designato gli autori e le autrici invitate realizzino un’opera che resta poi temporaneamente allestita nel paese, da giugno a settembre.
È interessante ma anche importante sottolineare il fatto che, a differenza di quanto si possa pensare, in diversi casi l’intervento è stato tanto apprezzato da tramutarsi addirittura in installazione permanente, grazie alla volontà delle amministrazioni che hanno acquisito le opere o alle donazioni degli stessi artisti.