Operaio muore sotto terra in un incendio nella stazione di Sanremo
Il locomotore carbonizzato su cui è morto l'operaio nella stazione di Sanremo
Lavoro

Operaio muore sotto terra in un incendio nella stazione di Sanremo

Strage Infinita Lavorava per una ditta in appalto da Rfi: il locomotore su cui faceva manutenzione ha preso fuoco
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 12 ottobre 2022

Morto in un incendio in una galleria ferroviaria, in una dinamica che ricorda tristemente la strage alla Thyssen di Torino. Carlo De Luca di Fregona (Treviso) aveva 55 anni ed è l’ennesimo operaio in appalto morto che allunga la striscia infinita di sangue sul lavoro. Era dipendente della Ivecos, ditta appaltatrice esterna – specie al nord – della «pubblica» Rfi che controlla i binari delle rete italiana. Lavorava da meno di tre mesi in provincia di Imperia. Nonostante lavorasse in ferrovia, De Luca aveva un contratto edile, perché Ivecos è specializzata in consolidamento terreni e manutenzione strade.

Lunedì sera era di turno nella stazione ferroviaria sotterranea (come moltissime in Liguria) e stava lavorando al sistema di cambio di un locomotore utilizzato per la manutenzione notturna della linea tra Ventimiglia e Taggia. Il convoglio era formato da due locomotori diesel e quattro carri.

Il cambio, pieno di olio, ha preso fuoco e per Carlo non c’è stato scampo. Il locomotore è stato riportato fuori dalla galleria completamente bruciato solo a fine mattinata di ieri. La Procura di Imperia ha sequestrato il locomotore esploso e ha disposto l’autopsia sul corpo dell’operaio. L’ipotesi di reato potrebbe essere omicidio colposo
Sarà una perizia a svelare cosa ha provocato l’esplosione. Il locomotore era piano di olio e gasolio. Subito dopo l’esplosione si è anche verificato un principio di incendio, ma il cinquantacinquenne era già morto sul colpo.

Dura la risposta dei sindacati a quanto accaduto a Sanremo. «Da diversi anni denunciamo che il sistema e l’organizzazione della manutenzione affidata ad imprese esterne è ormai fuori controllo – attaccano Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl, Fast Confsal e Orsa – . Chiediamo l’apertura di un confronto con Rfi e Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza nelle ferrovie e infrastrutture stradali) per realizzare azioni concrete come la revisione delle norme su salute e sicurezza che attuano le imprese appaltatrici, l’istituzione dell’albo degli infortuni sul lavoro, l’eliminazione del dumping contrattuale, la revisione dei criteri di qualificazione delle imprese a cui affidare lavori ed il rafforzamento dei controlli da parte del sistema di vigilanza nelle aziende».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento