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Operai Fincantieri costretti alle ferie

Operai Fincantieri costretti alle ferieOperai Fincantieri

Fiom e Fim scrivono al governo «Decisione illegittima»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 18 marzo 2020

Tutti in ferie i lavoratori dei siti italiani di Fincantieri, così ha deciso l’azienda chiudendo i cancelli fino al 29 marzo a Monfalcone, Marghera, Ancona, Sestri Ponente e Riva Trigoso a Genova, Muggiano nello spezzino, Castellammare di Stabia nel napoletano e Palermo (dove ieri un operaio è risultato positivo al Covid 19, dopo i casi registrati in Liguria). Negli otto cantieri si contano 8.900 dipendenti più i quasi 50mila dell’indotto. Prosegue l’attività solo il personale addetto alla sicurezza e alla manutenzione.

A partire dallo scorso lunedì Fincantieri ha trasformato la quarantena nelle vacanze estive motivando così la scelta: «La misura non si tradurrà in una perdita economica per i lavoratori, salvaguardando la continuità operativa dell’azienda e la credibilità guadagnata con la clientela nazionale ed estera. Quest’ultima avrà l’assicurazione, a situazione normalizzata, che le consegne saranno rispettate adempiendo al contratto».

Il 71% del capitale sociale di Fincantieri è nelle mani di Cassa depositi e prestiti, a sua volta controllata dal ministero dell’Economia. Proprio il governo sabato scorso ha emanato il «Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro», un documento sottoscritto dalle parti sociali su invito del premier, dei ministri dell’Economia, del Lavoro, dello Sviluppo economico e della Salute. Al punto 8 si legge: «Utilizzare in via prioritaria gli ammortizzatori sociali disponibili nel rispetto degli istituti contrattuali generalmente finalizzati a consentire l’astensione dal lavoro senza perdita della retribuzione». Solo come estrema ratio è previsto il ricorso «ai periodi di ferie arretrati».

Fiom e Fim hanno chiesto lo stop all’utilizzo delle ferie anticipate da parte di Fincantieri in una lettera inviata all’azienda e al ministro del Lavoro: «Richiamiamo il rispetto di quanto riportato al punto 8 – scrivono nella nota -, che prevede l’utilizzo in via prioritaria degli ammortizzatori sociali, a cui si dovrebbe aggiungere l’utilizzo di ferie arretrate. Chiediamo pertanto che sia interrotta l’iniziativa unilaterale dell’azienda e che vengano individuate in modo condiviso soluzioni alternative».

Spiega Rosario Rappa, segretario generale Fiom di Napoli: «Abbiamo chiesto al governo di far modificare l’atteggiamento a Fincantieri. Il decisionismo dell’ad Giuseppe Bono, che ha agito il giorno prima della sottoscrizione del protocollo, ha portato l’azienda a mettere gli operai in ferie scaricando l’iniziativa sull’indotto, dove l’80% dei lavoratori è extracomunitario, specificando che ad agosto non ci saranno ferie collettive. Nella comunicazione dell’azienda si giustifica la scelta con gli obblighi contrattuali verso i clienti ma con un evento come la pandemia non si va incontro a penali. In ogni caso l’utilizzo delle ferie anticipate è illegittimo».

La Uilm, che pure non ha sottoscritto la nota, ha commentato: «Riteniamo non corretta la scelta di utilizzare le ferie collettive che graverà sui dipendenti. Ci sono altri strumenti come permessi retribuiti, riduzioni dell’orario di lavoro, banca ore. La crisi andrà oltre il 29 marzo e colpirà tutti i settori, in particolare quello crocieristico che già vede la sospensione di tutte le navi di grandi compagnie». Il deputato di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha commentato: «Fincantieri, in modo arrogante, non fa accordi con i sindacati, fregandosene dei patti assunti a Palazzo Chigi. La cosa è ancora più grave essendo un’azienda di stato».

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