Open Arms, Salvini finge di cedere a Conte: sbarcano 27 minori
Il buco delle lettere Scambio di lettere tra il premier e il leghista. Che cede alla richiesta di far scendere almeno i minori. Ma precisa: «La responsabilità è tua»
Il buco delle lettere Scambio di lettere tra il premier e il leghista. Che cede alla richiesta di far scendere almeno i minori. Ma precisa: «La responsabilità è tua»
Non si parlano. Né di persona né al telefono. Ma si scrivono, forse perché scripta manent e, come ha sottolineato non senza polemica Giuseppe Conte a Ferragosto, «per migliore trasparenza anche nei confronti dei cittadini». Che tradotto significa che la fiducia che dovrebbe legare gli (ormai ex) alleati di governo è cosa del passato e quindi ognuno si assume la responsabilità delle decisioni che prende.
È per questo che alla seconda lettera che il premier gli invia in due giorni, questa volta per chiedere che dalla nave Open Arms vengano fatti scendere almeno i minori, Matteo Salvini risponde facendo attenzione a mettere bene in chiaro le cose: «Autorizzo lo sbarco, ma è una scelta del premier e rappresenta un precedente pericoloso», dice il ministro dell’Interno. È un modo per obbedire e smarcarsi allo stesso tempo, per continuare il gioco di chi sta al governo ma anche all’opposizione, una risposta alla pancia del Paese ma anche un gesto di attenzione verso quell’alleato che, dopo averlo sfiduciato platealmente, con una marcia indietro che sa di disperazione il leghista cerca ora di recuperare in tutti i modi.
È SULLE NAVI DELLE ONG che si consuma il miglio finale che separa Matteo Salvini da quando, martedì al Senato, Conte gli chiederà la fiducia. E lo scambio di lettere tra i due rappresenta il termometro di questo scontro. Dopo 14 mesi di silenzio-assenso suo e del Movimento 5 Stelle il premier sembra aver improvvisamente trovato consapevolezza del proprio ruolo, un cambio di passo frutto probabilmente anche delle pressioni che a livello internazionale gli arrivano per una situazione che diventa più imbarazzante ogni giorno che passa, con 134 migranti imprigionati da 16 giorni sulla nave della ong spagnola.
«È necessario che sia autorizzato lo sbarco immediato delle persone di età inferiore agli anni 18 presenti a bordo della nave Open Arms» scrive quindi il premier, ricordando come dall’Europa siano arrivate aperture all’accoglienza a prescindere dall’età dei migranti: «Ci è stata confermata la disponibilità di una pluralità di Paesi – scrive Conte – (Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna) a condividere gli oneri dell’ospitalità per tutte le persone di cui ci stiamo occupando, anche indipendentemente dalla loro età».
A Salvini il nuovo corso non piace ma si adegua, almeno in parte. «La linea del Viminale non cambia» si affretta infatti a precisare, ma poi dispone lo sbarco di quelli che definisce sempre «presunti» minori. E lo fa, come ci tiene a sottolineare in un tentativo di riavvicinamento al M5S, con «spirito di collaborazione». «Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms», è la risposta a Conte del ministro.
«Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizione affinché non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale tua esclusiva determinazione». Senza per questo cambiare linea, ribadisce Salvini, «per evitare che la tua decisione per il caso Open Arms costituisca un pericoloso precedente per tutti coloro che potranno ritenere normale individuare il nostro paese come unico responsabile dell’accoglienza e dell’assistenza di tutti i minori non accompagnati (o presunti tali) presi a bordo in qualsiasi angolo del Mediterraneo o del mondo».
E ieri sera, dopo che il primo gruppo di minori era sbarcato e trasferito all’hotspot di Lampedusa, il ministro ha twittato: «Mi riferiscono da Lampedusa che dei 27 immigrati per i quali è stato ordinato lo sbarco in quanto minorenni, già 8 si sono dichiarati maggiorenni! Vedremo gli altri… Dopo i “malati immaginari”, ecco i “minorenni immaginari”».
PUNZECCHIATURE, quelle del leghista, che però non cambiano la sostanza delle cose e soprattutto il momento di difficoltà attraversato. Dopo essere stato contraddetto prima dal Tribunale di minori di Palermo e poi dal Tar, Salvini sa che potrebbe dover fare i conti con un nuovo caso Diciotti. E questa volta con il rischio di non poter più contare sull’aiuto che in passato gli hanno fornito gli alleati 5 Stelle.
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