One Dimensional Man, corpo a corpo con la Storia
Note sparse Dopo sette anni di silenzio si riaccendono le luci sulla band che ha fatto conoscere il talento di Pierpaolo Capovilla
Note sparse Dopo sette anni di silenzio si riaccendono le luci sulla band che ha fatto conoscere il talento di Pierpaolo Capovilla
Dopo 7 anni di silenzio si riaccendono le luci sulla band che ha fatto conoscere il talento di Pierpaolo Capovilla, gli One Dimensional Man. Basso, batteria e chitarra, con Franz Valente e Carlo Veneziano, diventano cazzotti di adrenalina che colpiscono diritto all’immaginario contemporaneo. Scorre ovunque l’hardcore radicale di una musicalità severa e tagliente, ma che può liquefarsi in malinconia acustica come in I Crying Shame. I testi, in inglese, sono un corpo a corpo con i temi cari al frontman: emarginazione, guerra, e la storia degli uomini che «non esistono» se non come consumatori. Appunto il totalitarismo di L’uomo a una dimensione di Marcuse. Sempre a distanza dalle sirene commerciali, Capovilla non si addolcisce e rivendica la via per una cruda ribellione rock senza sconti. Un disco dall’afflato internazionale che si chiude, non a caso, con The American Dream dove vengono letti, uno per uno, i nomi dei presidenti statunitensi. Pesanti come un colpo.
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