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Omotransfobia, il Pd ripresenta al Senato il ddl Zan

Omotransfobia,  il Pd ripresenta  al Senato il ddl Zan

Ddl Zan Il segretario Letta:«Aperti a modifiche ma senza stravolgere la legge». Conte assicura il sostegno del M5S. Silenzio di Italia viva

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 5 maggio 2022

L’ultima volta che l’Italia ha provato a darsi una legge contro l’omotransfobia è finita nel modo peggiore: il testo è stato bloccato al Senato tra applausi e urla provenienti dai banchi delle destre, scene forse più adatte a un derby che a un’ aula del parlamento. Era il 27 ottobre dello scorso anno e per Enrico Letta le immagini di quel giorno rappresentano «una pagina davvero brutta della storia parlamentare». Di più: «una ferita che il Senato ha inferto al paese».

Il regolamento di palazzo Madama impone un embargo di sei mesi prima che una legge possa essere ripresentata e ora che quel tempo è trascorso il Pd ci riprova a far discutere e, si spera, approvare entro la fine della legislatura il ddl Zan contro omotransfobia e abilismo. «Non vogliamo una legge purchessia, ma una legge che sia in grado di raggiungere l’obiettivo di difendere dai crimini d’odio» spiega il segretario del Pd presentando ieri al Senato l’iniziativa.

Il testo depositato è lo stesso votato dalla Camera il 4 novembre del 2020 e poi rimasto per mesi bloccato in commissione Giustizia del Senato per l’ostruzionismo in particolare della Lega: dieci articoli per contrastare la discriminazione e la violenza basate su sesso, genere, orientamento sessuale, disabilità o sull’identità sessuale, prevedendo il carcere fin a 18 mesi o una multa fino a seimila euro per chi istiga a commettere o fa violenza o per chi partecipa organizzazioni che incitano alla discriminazione e alla violenza. Una legge che, con motivazioni diverse, è stata criticata dal Vaticano, per il quale le nuove norme violerebbero il Concordato, e dalle destre, pronte a tutto pur di cancellare le parole «identità di genere» dal testo.
Ora che la discussione ricomincia, il Pd si dice aperto al dialogo e a possibili modifiche ma, avverte Letta, purché «siano in grado di mantenere il senso fondamentale e importante della legge». Tradotto: discutiamo pure ma senza stravolgimenti.

«Non rinunceremo a tutelare tutte le persone vittime di crimini d’odio», spiega non a caso il dem Alessandro Zan, che ha dato il suo nome alla legge. «E’ un testo di mediazione assolutamente buono – prosegue la senatrice Monica Cirinnà – speriamo in un miracolo, speriamo che chi l’ha votata alla Camera lo rivoti al Senato prima della fine della legislatura».

E forse servirà davvero un miracolo e non solo per i tempi stretti, visto che una volta approvato dal Senato il testo dovrebbe tornare alla Camera per la terza lettura. Opposizione del centrodestra a parte c’è da fare i conti anche con i ripensamenti di chi, come Italia viva, dopo aver approvato il testo a Montecitorio ha cambiato posizione al Senato.

Sarà un caso, ma all’annuncio fatto dai dem Italia viva fino a ieri sera ha fatto seguire un silenzio che non lascia certo ben sperare. Chi ha risposto è stato invece Giuseppe Conte: «Il Movimento 5 Stelle intende portare avanti il ddl Zan contro l’omofobia», ha detto il leader dei pentastellati garantendo analogo impegno anche per quanto riguarda la riforma della cittadinanza, lo ius scholae in discussione alla commissione Affari costituzionali della Camera.

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