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Omofobia, primo via libera alla legge

Omofobia, primo via libera alla leggeManifestazione per i diritti lgbtq+ – LaPresse

Diritti Sì della Camera al provvedimento. Il relatore Zan (Pd): «Testo avanzato contro discriminazioni e violenze»

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 5 novembre 2020

Liberi di dire che non si è d’accordo, ad esempio, con il matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Meno liberi, anzi per niente liberi, se quell’opinione viene fatta seguire da un insulto o, peggio, da un atto violento contro chi, invece, quel matrimonio lo vorrebbe.

 

 

E’ solo il primo passo, ma di quelli importanti. C’è voluto più di un anno di lavoro (e 24 anni dal presentazione del primo ddl in materia) ma alla fine con 265 voti a favore, 193 contrari e un astenuto la Camera ha approvato il disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e la disabilità. «Quello votato è un testo ampio, avanzato ed efficace contro le discriminazioni e le violenze, di cui siamo davvero orgogliosi» è il commento a caldo del relatore della legge, il dem Alessandro Zan. Certo, non è stato facile. In Francia ma anche in altri Paesi europei leggi analoghe sono state approvate anche con i voti della destra. Qui da noi i deputati di Fratelli d’Italia si sono imbavagliati in aula mentre i leghisti hanno gridato «Libertà, libertà» per protestare contro una legge che, hanno spiegato, «mette il bavaglio alla libertà di pensiero».

Fallito il tentativo di affossare le il testo con il voto segreto, come chiesto da Fratelli d’Italia nella speranza che qualche deputato del Pd, che in passato aveva legittimamente espresso le sue perplessità sul testo, facesse saltare tutto. Niente da fare. La maggioranza ha tenuto mentre a votare in dissenso con il proprio gruppo sono stati cinque deputati di Forza Italia: Giusi Bartolozzi, Renata Polverini, Elio Vito. Matteo Perego e Stefania Prestigiacomo. Secco il commento all’esito della votazione del leghista Alessandro Pagano: «Sarà una delle prime leggi che abrogheremo quando vinceremo le elezioni», ha promesso. Ora la parola passa al Senato dove, c’è da scommettere, a causa dei numeri incerti lo scontro sarà più duro.

Il testo approvato ieri modifica i delitti contro l’uguaglianza previsti dagli articoli 604-bis e 604 ter del codice penale per aggiungere alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi gli atti discriminatori fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale , sull’identità di genere o sulla disabilità. Le pene previste vanno, a seconda dei casi da un anno e sei mesi fino a sei anni di reclusione. Vine inoltre istituita per il 17 maggio la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, con iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado.

Proprio per tutelare e garantire maggiormente la libertà di espressione, durante l’esame del provvedimento è stato inserito un nuovo articolo una clausola cosiddetta «salva idee» con la quale viene garantito il pluralismo delle opinioni e la libertà delle scelte «purché – è spiegato – non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».

Su richiesta del Comitato per la legislazione si è poi voluto distinguere tra «sesso, «orientamento sessuale» e «genere». «Per sesso – si legge – si intende il sesso biologico o anagrafico»; «per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso»; «per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi»; «per identità di genere – infine – si intende l’identificazione percepita indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». Infine quattro milioni d euro l’anno vengono aggiunti al Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità da utilizzare a sostegno delle vittime di violenza.

«Quando c’è da fermare violenza e odio il Pd combatte, sempre», ha twittato il segretario del Pd Nicola Zingaretti a commento del via libera alla legge. Soddisfazione anche da parte del presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5S). «Il prossimo passo – ha annunciato – sarà una legge per una commissione indipendente contro la discriminazione e a tutela dei diritti umani». Di «pagina importante per il nostro Paese» ha parlato il presidente della Camera Roberto Fico.

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