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Ombre al ministero, Sangiuliano non vede

Ombre al ministero, Sangiuliano non vedeBronzi di San Casciano

Cultura Voluto da Franceschini, il dg dei musei Osanna è oggetto di una pesante relazione dell’anticorruzione ma è ormai nelle grazie del ministro

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 16 febbraio 2024

Imperturbabile dopo le dimissioni del sottosegretario alla Cultura – accolte il 13 febbraio dal presidente della Repubblica in seguito a un agitato tira e molla di Sgarbi con il governo -, il ministro Sangiuliano interverrà oggi all’inaugurazione della mostra Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano, in programma al Museo archeologico nazionale di Napoli (Mann).

Curata da Jacopo Tabolli, responsabile scientifico degli scavi nell’ormai celebre santuario etrusco-romano di San Casciano dei Bagni (Siena) e da Massimo Osanna, direttore generale dei musei italiani e direttore ad interim del Mann da novembre 2023, l’esposizione non è solo l’ennesima occasione per presentare i bronzi riemersi dal fango del Bagno grande (rispetto alla rassegna andata di recente in scena al Quirinale ci saranno quattro statue inedite) ma anche una rilevante opportunità politica.

Massimo Osanna foto di C. Abbate/Ansa

È infatti con la «sensazionale» scoperta delle statue – avvenuta nel novembre 2022 e definita iperbolicamente dallo stesso Osanna come la più importante dal rinvenimento in mare, mezzo secolo fa, dei Bronzi di Riace – che il dg ha continuato ad alimentare la sua presenza sui media. Una visibilità acquisita, appunto, a suon di scoperte «straordinarie» durante il suo settennato a Pompei, poi offuscata dall’aumento di popolarità del suo delfino Gabriel Zuchtriegel, succedutogli alla guida del sito archeologico nel 2021 e sempre più protagonista – nonostante le imbarazzanti performance in tv e sui social network – del «palcoscenico» vesuviano.

NOMINATO alla Direzione generale musei con Dpcm dell’11 agosto 2020 dall’ex ministro Franceschini, Osanna è stato riconfermato il 1 settembre 2023 da Sangiuliano, che pure si era scagliato contro l’operato del suo predecessore. D’altronde, il dirigente lanciato dalla sinistra (la carriera ministeriale di Osanna, docente dell’Università Federico II di Napoli, è iniziata con Massimo Bray, che lo aveva designato nel 2014 alla direzione della Soprintendenza Speciale per Pompei) non ha esitato a incensare a mezzo stampa la riforma voluta da Sangiuliano e approvata, tra le polemiche, il 7 agosto scorso dal Consiglio dei ministri.

Tra le novità che entreranno in vigore nei prossimi mesi vi è l’instaurazione di quattro dipartimenti – Dipartimento per l’amministrazione generale (DiAg), Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio (DiT), Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale (DiVa) e Dipartimento per le attività culturali (DiAc) –, assetto organizzativo introdotto nel 2005 da Buttiglione e poi abolito.

Un ritorno al passato, insomma, che farà decadere gli attuali dirigenti ma che potrebbe ancora una volta essere favorevole ad Osanna, eleggibile alla testa dell’area DiVa. Il ministro della Cultura, mostratosi insofferente alla condotta del sottosegretario Sgarbi (il quale lo accusa di aver inviato una segnalazione all’Antitrust), non sembra invece preoccuparsi della verifica ispettiva del 7 luglio scorso presso l’ufficio del dg musei, avviata – su impulso dell’Anac, l’autorità anti corruzione – dal segretario generale e dalla responsabile anticorruzione del MiC. Eppure un documento ufficiale evidenzia comportamenti che minano l’integrità della Direzione musei e l’interesse dello Stato.

TRA LE QUESTIONI valutate dagli ispettori vi sono alcune procedure attuate da Osanna, come il conferimento di un incarico all’avvocato Lucianelli, balzato da Ales – esosa società in house del MiC impegnata in attività di supporto alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale – al progetto Capacity&Capability Building, con un compenso di ottomila euro mensili per consulenze legali: gli ispettori certificano come la commissione giudicatrice fosse legata al dg musei da un «consolidato rapporto fiduciario» e come il candidato vincitore vantasse esperienza «quasi interamente riassorbibile nell’attività di supporto Ales a Pompei» durante la direzione di Osanna.

Nel mirino anche le indennità di turno concesse alla funzionaria Zotti dell’Unità bilancio, che però non turnava con nessuno ma veniva inserita nella commissione di selezione per i contratti esterni. Un sistema di “scambi” e di “premi” utilizzato anche per l’assegnazione dei 300 milioni del Pnrr – la cui commissione di selezione è presieduta dall’ex membro del Consiglio di amministrazione del Parco archeologico di Pompei Pierpaolo Forte -, e ben rodato per le nomine dei direttori dei musei e dei parchi archeologici autonomi di «seconda fascia» (che competono, appunto, al dg).

I presunti “riguardi” avuti da Osanna, a prescindere dall’inadeguatezza del curriculum, verso persone a lui vicine avrebbero portato alla creazione di una vasta e capillare rete di controllo dell’archeologia del paese estesa da nord a sud, senza tralasciare la Sardegna.

GLI ISPETTORI si sono concentrati sulla nomina del direttore del Parco archeologico di Sepino e della Direzione regionale musei del Molise Enrico Rinaldi nonché del direttore della Galleria nazionale delle Marche Luigi Gallo. Secondo gli articoli 6 e 7 del codice di comportamento approvato dal MiC e l’articolo 7 del Piano triennale anticorruzione sempre approvato dal MiC, che disciplinano il conflitto d’interessi, il dg avrebbe dovuto astenersi dall’assegnazione di questi due incarichi.

Il rapporto svelerebbe anche la disinvoltura con la quale Osanna gestisce le risorse pubbliche. Tra le spese che saltano agli occhi i 127mila euro impiegati – con affidamento diretto – per l’esecuzione di lavori edili presso la sede della Direzione musei nel complesso monumentale tardo-settecentesco di San Michele a Ripa Grande, a Roma. Va detto che l’esame degli atti relativi agli interventi non ha riscontrato criticità procedurali, eppure resta il dubbio sul fatto che gli eleganti locali dai soffitti affrescati in uso al dg necessitassero la dismissione dei dignitosi arredi di rappresentanza e l’acquisto di mobili di pregio al costo di oltre 60mila euro.

OPACA, a leggere la relazione, appare anche la contabilizzazione delle spese di servizio da parte di Osanna. Dal documento degli ispettori risulta che il dg dei musei ha avuto plurime osservazioni verbali e due rilievi scritti dall’organo di controllo del Mef a causa della continua dispersione di ricevute attestanti le spese di servizio e personali effettuate in modo errato e per le quali rimediava spesso con autodichiarazioni. Una mancanza di trasparenza che si estende alle missioni all’estero compiute con il collaboratore Luca Mercuri, anch’egli “promosso” alla Direzione musei della Puglia.

Nel caso del rimborso di due biglietti aerei richiesto per una missione (poi annullata) a Londra e in Florida, si sostiene che può profilarsi un potenziale danno erariale.

Infine, nella relazione ispettiva il nodo del conflitto d’interessi torna anche in riferimento al vincolo coniugale di Osanna con Gianluca De Marchi, amministratore delegato di Urban Vision. Infatti, sebbene la società leader nel settore dei restauri sponsorizzati di immobili e opere d’arte non riceva affidi diretti dalla Direzione musei, può vantare numerose collaborazioni con musei e parchi archeologici italiani.

Tra i clienti della società di De Marchi vi è anche Bottega Veneta, al centro dello scandaloso prestito dei Corridori di Ercolano – due statue in bronzo del I secolo a.C. rinvenute nella Villa dei Papiri – ottenuto lo scorso anno dal marchio di lusso per «decorare» una sfilata della Milano fashion week (si veda il manifesto del 3 marzo 2023). Prestito concesso dall’allora direttore del Museo archeologico di Napoli Paolo Giulierini ma facilitato da Osanna, che ha risposto alle domande degli ispettori giustificando il valore «culturale» dell’operazione.

Peccato che mentre il dg si faceva immortalare sulla passerella milanese con l’attrice Salma Hayek (moglie del patron di Bottega Veneta François Pinault) davanti alle preziose sculture in bronzo, a Napoli i visitatori paganti, ignari del raggiro, dovevano accontentarsi di ammirare due rozze copie dei capolavori dell’arte classica. Chissà cosa riserverà nella giornata odierna la propaganda ministeriale di casa al Mann.

Errata Corrige

Rettifica del 17 febbraio 2024

Gentile direttore, scrivo in nome e per conto del mio assistito, dottor Luca Mercuri, dipendente del ministero della Cultura, indebitamente citato dal vostro quotidiano (Ombre al ministero, Sangiuliano non vede, 16 febbraio 2024).

Quanto asserito nel vostro articolo sul conto del mio cliente è totalmente falso e infondato. Difatti nella data del 7 luglio 2023 il mio cliente non aveva effettuato alcuna missione all’estero, di alcun tipo, né come funzionario della direzione generale musei né come direttore regionale musei Puglia, né insieme al direttore generale, in netto contrasto con quanto asserito nel vostro articolo. Cordiali saluti.

Avvocato Francesco E. Ascione

Pubblichiamo questa rettifica ai sensi della legge sulla stampa, facendo presente però che Luca Mercuri viene citato nel nostro articolo in relazione alla mancanza di trasparenza di alcune missioni all’estero – che confermiamo, perché dai documenti in nostro possesso risulta la contestazione di spese relative alla missione svolta con il direttore generale Massimo Osanna dal 27 ottobre al 1 novembre 2023 a Buenos Aires – ma la sua persona non è in alcun modo messa in relazione alla missione in Florida per la quale, come abbiamo scritto, è stato altresì prospettato il danno erariale. (a. fab.)

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