Oltre il Donbass: prossimo obiettivo Kharkiv
Il limite ignoto I continui bombardamenti sulla seconda città ucraina sono un’avvisaglia. Ieri dei missili hanno fatto almeno quattro vittime civili
Il limite ignoto I continui bombardamenti sulla seconda città ucraina sono un’avvisaglia. Ieri dei missili hanno fatto almeno quattro vittime civili
L’avanzata russa in Ucraina non si fermerà al Donbass e Kharkiv potrebbe essere il prossimo obiettivo. I continui attacchi alla città e ai villaggi limitrofi sembrano rappresentare un’avvisaglia di ciò che potrebbe accadere in autunno nella seconda città d’Ucraina, già vessata da mesi di bombardamenti. Ieri, ad esempio, dei missili “Uragan” sono stati lanciati su un’area residenziale nei pressi del centro colpendo degli edifici residenziali e alcune fermate del trasporto pubblico. A fine giornata si contavano almeno 4 morti, tra cui un bambino di 13 anni, e 19 feriti, 4 dei quali in condizioni critiche. Più a est, nei pressi della frontiera russa, anche il distretto di Bohodukhivskyi è stato colpito uccidendo almeno un altro civile e ferendone 11. Ma si tratta solo dell’ennesimo attacco a Kharkiv che, del resto, nelle ultime due settimane è stata vittima dell’intensificarsi costante del fuoco russo.
LE NOTE DI INTELLIGENCE, soprattutto britannica e americana, negli ultimi giorni hanno insistito molto sul fatto che anche se la Russia dovesse riuscire a conquistare la regione di Donetsk, non si fermerà. A conferma di queste ipotesi, del resto, sono giunte come un sigillo le parole del ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, secondo il quale se continueranno ad arrivare armi dall’Occidente l’«operazione speciale» iniziata il 24 febbraio dovrà continuare per evitare che si presenti una «minaccia diretta» per il territorio russo e per le repubbliche separatiste del Donbass. Ad oggi, i territori occupati militarmente dalle forze russe in Ucraina sfiorano il 20% della superficie totale del paese, percentuale che, secondo Bloomberg, il Cremlino punterebbe a superare entro settembre, tentando anche di formalizzare le annessioni attraverso “referendum” ad hoc nell’oblast di Zaporizhzhja, a Mariupol e a Kherson.
ALCUNI ANALISTI sostengono che proprio dal Donbass potrebbe estendersi l’offensiva russa, magari a partire da Izyum. Secondo alcune fonti ufficiose, una parte dei soldati di Mosca di stanza a Izyum era stata dislocata nel Lugansk per coadiuvare nella conquista di Severodonetsk e Lysychank. Ora sembra che quei soldati siano tornati alle loro postazioni originali e non è chiaro dove e quando saranno impiegati. Ma lì i russi ci sono e, anche se non ci sono informazioni certe su quanti siano, sembra che nelle ultime settimane ci siano stati movimenti di truppe significativi. Anche perché, l’obiettivo da un lato sembra essere comunque quello di accerchiare le ultime fortezze ucraine in Donbass e chiuderle in una sacca; ma dall’altro c’è l’incognita di Kharkiv. Quella che sembrava solo un’ipotesi pessimistica, quasi dimenticata durante la blanda controffensiva primaverile di Kiev, ora è una delle preoccupazioni principali dello stato maggiore ucraino. Già in primavera alcuni analisti credevano che dopo il Donbass il Cremlino avrebbe concentrato i suoi sforzi bellici nella conquista della regione di Kharkiv, altri la definivano un’ipotesi «troppo onerosa» in termini di uomini e mezzi e, quindi, improbabile. Gli ultimi attacchi e le sortite verso i villaggi periferici del capoluogo, tuttavia, hanno fatto cambiare idea anche ai più scettici. Ora Kharkiv è indicata nuovamente come un obiettivo diretto di Mosca, resta da capire se parallelamente al Donbass o solo dopo la conquista di quest’ultimo. Al momento, considerando la strategia seguita fino a questo momento dagli invasori, l’ipotesi più probabile è la seconda.
ANCHE PERCHÉ IN DONBASS si è tornati a una sorta di stallo. Da due settimane le truppe degli invasori non riescono a conquistare terreno e, sebbene si continui a parlare di Siversk e Bakhmut come prossime alla caduta, per ora gli ucraini tengono le posizioni. I Servizi britannici sostengono che il Cremlino avrebbe cambiato leggermente strategia dando ora priorità alla «cattura delle infrastrutture vitali» della regione. Come la centrale termica di Vuhlehirska, nei pressi di Svitlodarsk, dove, proprio ieri, le truppe russe avrebbero fallito un’operazione volta a catturare il sito e sarebbero state messe in fuga dai difensori. Tuttavia, lo Stato maggiore di Kiev ha informato che in alcuni punti i russi stanno continuando a tentare lo sfondamento, come nei pressi del villaggio di Berestove, 30 km a nord-ovest di Bakhmut.
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