Oltre Hollywood, le intuizioni sorprendenti di Hedy Lamarr
Libri E' uscito «L’invenzone di Eva» di Alessandro Barbaglia, dedicato alla grande diva scomparsa nel 2000
Libri E' uscito «L’invenzone di Eva» di Alessandro Barbaglia, dedicato alla grande diva scomparsa nel 2000
Costruito attraverso una tecnica narrativa immersiva capace di coniugare un contesto fantasioso dentro cui collocare la vita reale e documentata di Hedy Lamarr, l’ultimo lavoro di Alessandro Barbaglia, L’invenzione di Eva (Mondadori) è un’interessante intreccio mimetico dentro al quale prende corpo la figura dimenticata della grande attrice hollywoodiana e che al tempo stesso restituisce il senso e la differenza, tra il personaggio pubblico e la persona reale trea invenzione e realtà. Già investigatore acuto della vita di Bobby Fisher con La mossa del matto. L’Iliade di Bobby Fischer (Mondadori), Barbaglia si conferma quale ottimo narratore e brillante biografo capace di superare le ovvietà o peggio le estenuanti digressioni che il racconto di un’esistenza (di solito famosa) comportano. Barbaglia va al punto, svela i nodi giusti e ricerca quell’esattezza, un po’ al modo di Jean Echenoz, pur mantenendo un taglio più prettamente giornalistico. La figura di Hedy Lamarr è forse una delle più curiose e inesplorate tra quelle che colorarono gli albori di Hollywood, nata a Vienna in una solida famiglia borghese, Hedy, al secolo Hedwig Eva Maria Kiesler, esordisce precocemente al cinema a soli diciassette anni in una pellicola del regista cecoslovacco Gustav Machatý, Estasi (che sarà anche il titolo della bella e purtroppo oggi introvabile autobiografia).
IN QUESTO FILM Lamarr comparirà nuda per la prima volta sul grande schermo, destando l’ovvio scandalo e portando inevitabilmente la pellicola di Gustav Machatý nella storia del cinema al di là delle sue qualità cinematografiche. Da questo momento in poi la vita di Lamarr compie una brusca accelerazione, ormai al centro dello scandalo e di una fama improvvisa (negli Stati uniti il film non fu solo censurato, ma sequestrato e distrutto) decide con il marito d’allora – cinico mercante d’armi arricchitosi con la guerra di Spagna – di partire per Hollywood dove troverà ad aspettarla la diaspora ebraico tedesca in fuga dalla orda totalitaria nazista che sta prendendo il potere in Germania.
Stella assoluta nelle produzioni Mgm, «si scopre» inventrice del sistema wi-fi
QUI LAMARR diviene un’attrice sotto contratto per Mgm, al tempo gli attori e le attrici erano veri e propri cavalli da scuderia delle case produttrici che ne decidevano sorti e destini, e il destino di Hedy Lamarr nelle intenzioni del grande produttore Louis B. Mayer è quello di divenire l’erede di Greta Garbo. Ma Hedy Lamarr che pur avrà un grandissimo successo con film come Un’americana nella Casbah (1938) o La signora dei tropici (1939) sembra ancor meno disponibile di Greta Garbo a sostenere il prezzo della celebrità e ha soprattutto un’idea molto personale del divismo che va ben oltre le occasioni mondane. Lamarr, spesso in contrasto con Mgm, prende esplicitamente posizioni politiche (di sinistra) e partecipa attivamente al dibattito pubblico. In particolare durante la Seconda Guerra Mondiale, la diva mostrerà doti inedite, figlie di una genialità tutt’altro che scontata e anzi stupefacente, al punto da inventare (e brevettare) insieme al compositore George Antheil un sistema di telecontrollo dei siluri alleati non intercettabile dalle forze dell’Asse.
SISTEMA utilizzato tardivamente dopo Pearl Harbor per lo stupido imbarazzo dei generali al comando delle forze statunitensi. Hedy Lamarr fu per tutta la vita capace d’intuizioni sorprendenti, su tutte quella che la porterà a dare forma al sistema del wi-fi. Barbaglia riporta alla luce la genialità di una donna che fu ben più di una diva, esempio lampante di un tempo che schiacciò troppo spesso la complessità femminile ad uso e consumo del pubblico maschile.
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