Ogni giardino dovrebbe avere almeno una rosa
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Ogni giardino dovrebbe avere almeno una rosa

Terreno duro Molti comuni vietano la coltivazione delle rose negli orti sociali che assegnano ai cittadini mediante bandi, in quanto assimilabili ad alberi ed arbusti. Una decisione che, se fosse applicata agli […]
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 6 giugno 2024

Molti comuni vietano la coltivazione delle rose negli orti sociali che assegnano ai cittadini mediante bandi, in quanto assimilabili ad alberi ed arbusti. Una decisione che, se fosse applicata agli alberi troverebbe una sua giustificazione, relativa alle rose invece priva questi appezzamenti della quintessenza stessa, del simbolo eterno del come l’uomo abbia imparato a coltivare un giardino.

Per fortuna, in altri spazi, rose diffuse, tappezzanti, rampicanti, ad alberello, singole o a macchie, non mancano nelle nostre città. Perché una rosa, fosse pure una sola, in un vaso o in una fioriera, ci deve essere in ogni orto, per minuscolo che sia; di condominio, di scuola, di biblioteca, dappertutto. In ogni parte del mondo ci si è specializzati – e questo accade da millenni – nel selezionare, ibridare, praticamente, inventare nuove rose a partire da quelle antiche. La letteratura sull’argomento è sterminata. Le rose sono state tratte dalle selve, dalle macchie dove vivevano e sono diventate compagne degli uomini che ne hanno trasportate ovunque. Una pianta che, in tutte le sue specie e varietà, è stata adattata a vivere nei giardini. Non tentiamo neppure di riportare le sue simbologie: basti per tutte la Rosa dell’Empireo dantesco. Atteniamoci a consigli che possano, concretamente, aiutare chi, di una rosa, voglia farsi custode.

Cominciamo col dire che una buona consociazione gioca a favore della limitazione del proliferare degli afidi, quella con l’aglio: piantiamone alla base, gioverà. Ugualmente opportuno sapere che la rosa vuole «la testa calda ed il cuore freddo», significa che la direzione verso la quale una rosa deve crescere deve tendere verso la luce, che abbisogna di sole, viceversa, da dove nasce, se ombreggiato, non la inibisce. In alcuni centri storici, per esempio, si possono ammirare rose rampicanti che, filando verso terrazzi o balconi solatii, nascono da cortili in ombra. Ci vuole pazienza, tanta, a chi ha permesso queste vere e proprie fughe: laddove ne scopriamo, andrebbero protette.

Protetta è la rosa canina di Hildesheim, in Bassa Sassonia, ha oltre mille anni ed è sopravvissuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. E’ la rosa considerata più antica al mondo. Possiamo far molto per far vivere a lungo le nostre rose, non di certo le nuove varietà ibridate e selezionate dai giardinieri nel corso dei secoli, queste, prima o poi, più deboli, finiscono per fermarsi. Sono le selvatiche che risultano essere più longeve. Una buona regola è quella di non eccedere con le potature che finiscono per affaticare la pianta. Possiamo riprodurre agevolmente le nostre rose preferite per talea, prelevandone un lungo ramo, alla fine delle fioriture e interrandolo. Da seme, solamente le selvatiche si possono riprodurre, la rosa rugosa e la rosa canina o rosellina di macchia molto facilmente. Incredibile come la rosa abbia attraversato la storia degli uomini indifferente ad ogni accadimento: roselline di macchia, le antenate delle nostre rose sono sempre qui, presenti, nelle nostre campagne, indifferenti alle migliaia di ibridi ottenuti da vivaisti e giardinieri desiderosi della rosa particolare o ansiosi di compiacere re e papi, personaggi famosi. Rose che sono nostre compagne dalla notte dei tempi ed utilizzate per ottenere profumi, bevande, marmellate, dolciumi. Curiamo le rose che già abbiamo, provvediamo ad asportare i fiori secchi, come si fa con i gerani, sino alla seconda foglia per favorire la produzione degli altri. Prendiamoci cura della nostra rosa.

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