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Rubriche

Oggi scriviamo sul nostro paese

I bambini ci parlano La rubrica settimanale in ascolto della voce dei piccoli. A cura di Giuseppe Caliceti
Pubblicato più di un anno faEdizione del 2 marzo 2023

Prima di iniziare a scrivere il vostro testo individuale sul vostro paese, vale a dire su Calerno, proviamo a parlarne un po’ insieme…. Ditemi delle frasi che magari poi scriverete nel vostro testo individuale…

«Io! Io! Una frase può essere che Il nostro paese si chiama Calerno, all’inizio, si può mettere all’inizio». «Ci sono due parco giochi con l’altalena, lo scivolo, il campo da calcio».»Io scriverei anche che c’è una chiesa molto grande, bella. E di fianco c’è la parrocchia dove noi andiamo a giocare e ci vediamo al sabato e alla domenica». «Calerno è in Italia». «Poi la scuola. Noi. La nostra scuola di via Patrioti dove siamo adesso. La scuola è molto grande. E divisa su due piani. Bel primo piano…. Anzi, nel piano terra ci sono le aule, i bagni e la palestra: bellissima. Nel secondo ci sono sempre le aule, i bagni, ma anche il laboratorio, l’aula di laboratorio dove andiamo a dipingere». «C’è anche lo spazio per la mensa, al primo piano».

«Ah, già, anche io volevo dire al primo piano perché poi c’è solo piano terra e primo piano». «Io so che la nostra scuola la hanno fatta più di cento anni fa. Solo che adesso la hanno rifatta. Fuori è colorata tutta di rosa e di mattoni. Poi attaccato alla scuola c’è la palestra che è la cosa più bella che c’è a Calerno, per me. Infatti non ci andiamo a giocare e a fare esercizi solo noi scolari della scuola Calvino, ma ci vanno tutti i ragazzi e le ragazze e gli adulti del Paese. Poi c’è anche la squadra di pallavolo di Calerno che è fortissima. Quella femminile, dico». «Calerno è più piccola di Sant’Ilario ma a me piace perché io abito qui e non a Sant’Ilario, anche se ci siamo sempre vicini a Sant’Ilario d’Enza…. Da Calerno saranno tre o quattro chilometri… Io una volta ci sono andato anche in bici con mio padre e la mia famiglia». «Poi nel cortile della scuola c’è una gradinata in cerchio….»

«C’è un’arena per fare dei piccoli spettacoli e far sedere i bambini che vogliono sedersi». «Calerno è divisa da una strada molto famosa: la via Emilia. Una strada che hanno fatto gli antichi Romani. Però non si può attraversare se non c’è con te un adulto perché è molto pericolosa…. E sono già morti due bambini tanti anni fa… Due bambini che volevano attraversarla da soli». «Sì, anche mia mamma dice che la via Emilia è la cosa più pericolosa di Calerno perché c0è sempre molto traffico e anche se schiacci per far diventare il semaforo verde o invece del semaforo cammini sulle strisce pedonali, che tutti dovrebbero fermarsi e farti passare, magari non si fermano…. Io ho visto che delle auto e dei camion non si fermano, se vai sulle strisce…. Si fermano solo se il semaforo è rosso». «Da una parte della via Emilia c’è la nostra scuola e il forno Fantuzzi e anche la piazza e la parrocchia. Invece dall’altra parte ci sono le fabbriche come Fagioli e delle altre case». «In piazza ci sono negozi molto belli, per me: la parrucchiera Carmela, il forno Fantuzzi, la pizzeria Sangella opra a questi e ad altri negozi ci sono due palazzi».

«C’è anche una statua, lì vicino. E poi c’è anche il Cantone, dove c’è la lapide dei morti di Ponte Cantone, lì vicino all’Ufficio Postale». «Calerno non è molto grande ma ci si vive bene, per me». «Sì, la via Emilia è proprio una strada molto trafficata. Macchine e camion di tutti i colori passano in continuazione. Anche di notte». «Io ho sentito che una notte un camion ha sbattuto contro una casa vecchia che c’era lì sulla via Emilia e la casa è caduta». «Sì, anche io. Ma tanti anni fa». «A destra, a Calerno, ci sono i bar, il supermercato, la banca e nell’edicola c’è anche la cartoleria con il materiale della scuola. A sinistra, invece, c’è la chiesa e ci sono i palazzi». «Davanti alla chiesa c’è tutta la parrocchia e davanti alla parrocchia c’è un gazebo con sotto quattro panchine e due tavoli perché puoi andare in parrocchia anche quando non c’è la messa, puoi andare anche a pregare o a giocare o anche a fare i compiti, delle volte».

«Poi vicino c’è un campo da pallacanestro». «Non avete detto che ci sono due asili: uno è quello della parrocchia e l’altro, il Rodari, è l’asilo del comune. Io sono andato in quello del Comune quando ero piccola». «Poi attorno a Calerno ci sono anche tanti altri campi e delle case di campagna e molte strade». «Poi il bar dei cinesi».

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