Lavoro

Oggi sciopero della vigilanza privata In 100mila nella giungla contrattuale

Oggi sciopero della vigilanza privata In 100mila nella giungla contrattualeIl controllo della temperatura da parte di un vigilante all'ingresso di un supermercato

Vertenze Il rinnovo manca da quasi 5 anni. Filcams Cgil: era l’unico modo per colpire le aziende che continuano a non ascoltarci

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 24 dicembre 2020

Sono i lavoratori che incontriamo ogni giorno agli ingressi dei supermercati le cui mansioni con la pandemia sono aumentate a dismisura, dalla misurazione della temperatura, al controllo del numero di presenti. Hanno deciso di scioperare la vigilia di natale perché esasperati dalla giungla contrattuale in cui sono costretti e con un rinnovo fermo da quasi 5 anni. Circa centomila lavoratori divisi fra la vigilanza armata e quella non armata – maggioritaria e in espansione – che ha salari molto più bassi. A differenza di quanto si pensi il comparto «è fra i più sindacalizzati nel commercio».
«La decisione di scioperare proprio la vigilia di natale è stata fortemente voluta dai delegati nell’assemblea nazionale del 18 novembre – spiega Sandro Pagaria della Filcams Cgil – è il modo per colpire le controparti soprattutto perché è il giorno prima delle chiusure di natale in cui c’è più trasporto valori in special modo per il pagamento delle pensioni, il più remunerativo per le aziende».
Le controparti sono aziende come SicurItalia, Mondialpol, Cosmopol e Battistolli (leader nel trasporto valori) «il cui unico obiettivo – denunciano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – è il peggioramento delle norme senza alcun riconoscimento salariale: “giungla selvaggia” con livelli di concorrenza imbarbariti, appalti al massimo ribasso, “pirateria contrattuale”, violazioni di norme per l’esercizio dell’attività che si scaricano sui lavoratori», concludono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Che, insieme ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, hanno inviato una lettera al presidente del Conte, Lamorgese e Catalfo per chiedere un incontro.
«La trattativa si è bloccata l’11 dicembre con le aziende che sostengono bisogna tenere conto della pandemia ma è chiaramente un modo per prendere tempo – continua Sandro Pagaria della Filcams – . La nostra prima richiesta è la continuità lavorativa nei troppi cambi d’appalto. In più puntiamo ad una classificazione unica e ad un’armonizzazione fra lavoratori armati e non armati. Ora – continua Pagaria – la differenza di salario è molto elevata, oltre il 25 per cento: puntiamo a ridurla anche perché i servizi fiduciari non armati sono la forma più utilizzata».

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