Oggi raccontiamo il vampiro e il galletto
I bambini ci parlano La rubrica a cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica a cura di Giuseppe Caliceti
Perché S. ieri ha pianto?
«Perché si è spaventato». «Io so cosa sono i vampiri: loro… Loro succiano il sangue. Ma non lo sputano. Loro lo bevono». «S. era spaventato della filastrocca sui vampiri». «Forse perché… Io credo che lui aveva paura perchè nei la abbiamo recitata a occhi chiusi. Perché se no S. non piangeva». «No, non è per quello. Sono per le parole. Poi per la canzone dei vampiri. Oh oh oh, oh oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh». «A me quella era la parte che piaceva di più Oh oh oh, oh oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh». «Oh oh oh, oh oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh. Anche a me. Oh oh oh, oh oh. Ppprrrrrr! Prrrrrrr!perchè ci sono delle cose paurose che mi fanno paura». «Ma non erano delle cose vere. Erano solo delle parole». «Però a me hanno fatto paura ugualmente, E u po anche il coro, è ero. Il coro dei vampiri. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh.
Anche quella del galletto ha spaventato qualcuno?
«No. Perché i galletti non fanno paura. Poi lui faceva scemare chicchirichì e faceva ridere». Lui si chiamava Aletto. C’erano le rime, nella filastrocca. Lui… Lui a me è piaciuto quando la filastrocca diceva che era piccolo, aveva una piccola cresta di gallo, di galletto, e lui per tenerla dritta si metteva il gel. Perché anche io delle volte mi metto il gel nei capelli per tenere i capelli un po’ dritti. Però il mio è un gel profumato che mi ha comperato mia mamma». «La filastrocca racconta che è un galletto molto bello, molto simpatico. Poi è anche elegante, simpatico. E ogni tanto mangia un granino che trova a terra». «Come fanno le galline, poi. Delle briciole». «A me piace perché noi facciamo anche i gesti, per questa poesia. In quella dei vampiri facevamo la canzone, facevamo il coro dei vampiri. Qui invece facevamo le parti del galletto. Un’ala è un braccio. L’altra ala è l’altro nostro braccio». «Poi lui, il galletto Aletto, bede un ranocchio e chiude un occhi. Poi vede un lombrico e si ciccia un dito. Perché poi fa rima».
«Sì. Il galletto si presenta e presenta tutte le parti del suo corpo. La testa. Le ali. Le zampe. Il naso». «Non il naso, il becco. Perché hanno il becco, le galline e i galli». «Però c’era scritto. Guarda, c’è scritto becco. Per me chi ha scritto la filastrocca si è sbagliato». «A me faceva ridere, questa poesia. Faceva… Invece quella dei vampiri non faceva piangere perché io non ho pianto, però mi piaceva meno, c’erano delle parole meno divertenti». «A me la cosa più bella di questa poesia è la fine. Quando dice he a mamma chioccia dà mille baci mentre alle cornacchie fa le pernacchie e dopo dobbiamo fare le pernacchie tutti insieme. Però con la mascherina. Ppprrrrrr! Prrrrrrr!» «No, era più bella quella del vampiro. Il coro dei vampiri per me era bellissimo. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh.» «Però si fa anche una cosa brutta se tu fai una pernacchia, vero?» «Sì, è vero». «Ma qui non è una cosa brutta perchè fa ridere. poi c’è scritto sulla filastrocca. Ppprrrrrr! Prrrrrrr! Se c’è scritto Ppprrrrrr! Prrrrrrr! Tu cosa devi fare? Devi fare così. Ppprrrrrr! Prrrrrrr! Ppprrrrrr! Prrrrrrr!A me piace molto fare le pernacchie». «Io so cosa è una chioccia: è una galli più grande che… come una mamma, lei cova tutte le uova, le riscalda. Dopo esce dall’uovo il pulcino. Tanti pulcini».
Ci sono altre parole che non sapete? In queste due filastrocche?
«Il secchio. Nella poesia del vampiro». «Non lo sai? È una scodella molto grande». «A me, però la poesia del vampiro non piaceva perché c’erano tutte cose orribili e paurose. Come la porta che cigola. Come la testa tagliata che rotola. Poi il sangue. A me fa paura il sangue. fa schifo». «Io non ho capito cosa è un falò». «Io lo so. Un fuoco. Un grande fuoco». «Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh.» «Smettila! Antipatico». «Adesso non ti fa più paura?» «No, adesso non mi fa più paura. Solo prima. Adesso mi sono abituata». « Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh. Oh,oh,o,oh,oh,oh,oh.» «Smettila!»
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