Duecento eritrei saranno oggi i primi richiedenti asilo africani a dover comunicare alle autorità israeliane la loro decisione: l’uscita “volontaria” dal Paese o la prigione. Diventa operativo l’emendamento alla “legge degli infiltrati”, approvato in dicembre, che ha sollevato polemiche e proteste, anche da parte di intelletuali, artisti ed esponenti religiosi – alcune famiglie si sono impegnate a nascondere in casa loro i richiedenti asilo – ma che gode, secondo un sondaggio, il sostegno del 66% degli israeliani. Forte del favore di 2/3 della popolazione, il governo Netanyahu non è arretrato di un metro rispetto a quanto ha deciso alla fine...