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Oggi il voto sul reato di clandestinità

Oggi il voto sul reato di clandestinitàIl ministro Cecile Kyenge

Immigrazione Salta l’accordo con il Ncd, il Pd vota l’abolizione. Presentato ddl sullo ius soli

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 21 gennaio 2014

I tentativi di trovare un accordo si sono esauriti senza portare a nulla. Questa mattina, quando al Senato riprenderà la discussione del disegno di legge sulla messa in prova, il Pd voterà per l’abrogazione del reato di clandestinità senza tener conto della richiesta, avanzata dagli alleati del Nuovo centrodestra, di stralciare la norma rimandandone la discussione. Salvo sorprese, dunque, una delle norme simbolo della legge Bossi-Fini sull’immigrazione già oggi potrebbe essere archiviata definitivamente grazie ai voti di Pd e Movimento 5 Stelle. «Per quanto ci riguarda non prevediamo nessun tipo di accordo con il Ncd di Alfano, e quindi voteremo per l’abrogazione del reato», spiega nel pomeriggio il senatore Giuseppe Lumia, che ha sostituito il relatore Felice Casson assente perché malato.

Il disegno di legge è slittato a oggi dopo le protesta messe in atto la scorsa settimana dalla Lega, quando è arrivata a occupare gli uffici della presidenza di palazzo Madama per bloccare l’imminente abrogazione del reato di clandestinità. Ma insieme alle proteste del Carroccio, attuate anche con l’ostruzionismo, in reatà c’era anche il tentativo di evitare una pericolosa spaccatura nella maggioranza, con Pd e Ncd schierati su posizioni opposte. Per il partito di Alfano la cancellazione del reato di clandestinità rappresenta una sconfitta agli occhi del suo elettorato, specie se si tiene conto che a difesa dell’intero impianto della Bossi-Fini, e quindi anche del reato, si è speso più volte lo stesso vicepremier. Da qui la necessità di raggiungere a tutti i costi con il Pd un accordo che permettesse al Ncd di salvare la faccia. E una possibile soluzione sembrava essere stata trovata nella scelta di eliminare il reato di clandestinità ma solo nel caso di mancata reiterazione. Mantenendolo quindi per l’immigrato fermato per due volte senza documenti o che non abbia rispettato l’obbligo di rimpatrio. Ma il capogruppo dei senatori Ncd, Maurizio Sacconi, aveva anche chiesto di non arrivare proprio alla discussione, stralciando la norma e rinviando così ogni decisione.

Trattative che, però, sembrano essere naufragate, vista la volontà del Pd di arrivare al più presto al voto. Del resto è stato proprio Matteo Renzi a indicare tra le priorità delle nuovo corso democratico anche l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina.

Intanto è arrivato alla commissione Affari costituzionali della Camera il disegno di legge di riforma della cittadinanza. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. Non si tratta di un disegno di legge del governo, bensì di una proposta (primi firmatari Pierluigi Bersani, Kalid Chaouki e Roberto Speranza oltre alla stessa Kyenge, e uguale a un’analoga ddl presentato al Senato da Luigi Manconi) che partendo dalla proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dal comitato «L’Italia sono anch’io» potrebbe rappresentare un buon punto di mediazione con tutte le altre proposte di legge in materia presenti in parlamento. Il testo, nell’ottica di uno ius soli temperato, prevede che la cittadinanza italiana venga riconosciuta a chi è nato nel territorio nazionale da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia o vi risieda legalmente e senza interruzioni da non meno di un anno; a chi è nato in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno vi risieda legalmente da almeno cinque anni; ai bambini nati nel nostro territorio da genitori stranieri o che vi abbiamo fatto ingresso entro il decimo anno di età a condizione che abbia completato un ciclo di studi.

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