Politica

Obiezione di coscienza al biotestamento: la Chiesa chiama, Lorenzin risponde

«La legge sul biotestamento deve essere pienamente applicata, in ogni sua disposizione. Sarebbe gravissimo se ciò non potesse avvenire, come di fatto accade ancora oggi per la legge 194, a […]

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 22 dicembre 2017

«La legge sul biotestamento deve essere pienamente applicata, in ogni sua disposizione. Sarebbe gravissimo se ciò non potesse avvenire, come di fatto accade ancora oggi per la legge 194, a causa della strumentalizzazione che viene fatta della possibilità di obiezione di coscienza. Vigileremo in difesa della libertà di scelta dei cittadini e delle cittadine». La Cgil nazionale scende in campo, con una dura nota, contro la rinnovata aggressività della Chiesa cattolica e della Curia, talmente «chiusa in sé» (parole del Papa) da aver serrato le fila contro la legge appena varata dal Senato e che da anni gli italiani attendevano, tanto da aver lasciato già più di 15 mila testamenti biologici nei 187 registri comunali esistenti a prescindere dalla nuova norma.

Lo squillo di tromba lo hanno suonato il Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, e il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, benedendo la minaccia espressa nei giorni scorsi da alcuni ospedali cattolici e dall’Associazione medici cattolici italiani di boicottare il nuovo diritto acquisito. Secondo i due prelati la legge va rivista e corretta perché, oltre ad aprire a loro dire la via all’eutanasia e ad infrangere il dogma dell’indisponibilità della vita, non prevede neppure l’obiezione di coscienza (in realtà però lascia ai medici, in alcuni casi, la possibilità di disattendere le Dat). «Se in una struttura cattolica non viene riconosciuta l’obiezione di coscienza, allora le chiudiamo tutte», ha sintetizzato il card. Bassetti.

E come regalo di Natale ha ricevuto la piena disponibilità della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, alleata del Pd, che ieri ha ribadito il proprio impegno non a garantire l’applicazione della legge voluta dal suo stesso governo ma la possibilità di sabotarla. «Incontrerò, subito dopo la pubblicazione della legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento in Gazzetta Ufficiale, i rappresentanti delle strutture sanitarie private cattoliche – ha promesso Lorenzin – per condividere con loro opportune modalità applicative della legge».

Parole che lasciano il Parlamento indifferente, ritenute «gravi» e «inopportune» solo da Sinistra Italiana, Mdp – Liberi e Uguali, e i Radicali della lista +Europa. Mentre l’Associazione Coscioni fa notare che «le norme costituzionali e la legge ordinaria non possono essere modificate da atti amministrativi, come quelli che il ministro della Salute dichiara di voler adottare».

Fuori dal privato cattolico invece la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) inizierà a gennaio a confrontarsi per una corretta applicazione delle nuove norme, avendo già considerato la legge «condivisibile, nella misura in cui vi si ritrovano principi che derivano dal nostro stesso Codice deontologico, e rispecchia abbastanza l’orientamento etico dei medici».

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