Internazionale

Obama e Merkel minacciano la “fase 3” delle sanzioni contro la Russia

Ucraina L'occidente ritrova l'unità di fronte all'aggravarsi della situazione sul campo. Merkel da Obama dichiara: "abbaiamo preparato la nuova tappa" delle sanzioni. Per Obama colpiranno banche, energia, miniere, cioè il cuore dell'economia russa. Il presidente Usa chiede a Putin di intervenire per liberare gli ostaggi dell'Osce che hanno subito un trattamento "degradante"

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 3 maggio 2014

Angela Merkel e Barak Obama minacciano la Russia di aggravare le sanzioni, se Putin non userà “la sua influenza per disarmare i paramilitari” in azione nell’est dell’Ucraina. La situazione si aggrava in Ucraina e l’occidente di fronte all’emergenza supera le divisioni, anche se per il momento non c’è un calendario preciso. Obama ha fatto riferimento a sanzioni contro banche, energia, miniere, che colpirebbero pezzi essenziali dell’economia russa. Angela Merkel e Barak Obama hanno avuto ieri un lungo incontro alla Casa Bianca, il primo dopo le rivelazioni dello spionaggio Nsa di cui è stata vittima anche la cancelliera tedesca. La Ue “è pronta a passare alla fase 3 delle sanzioni, abbiamo preparato questa tappa” ha annunciato Merkel, finora tra i leader occidentali più reticenti a calcare la mano contro la Russia.

Prima di tutto Merkel e Obama hanno alzato la voce per chiedere ai separatisti dell’est dell’Ucraina e, soprattutto, al loro protettore russo, di trovare una via d’uscita alla crisi degli ostaggi dell’Osce, 11 osservatori (7 stranieri, 4 ucraini), tenuti prigionieri e che il sindaco auto-proclamato di Slaviansk, il capo separatista Viaceslav Ponomarev, vorrebbe scambiare “contro i nostri compagni catturati a Kiev”. Merkel ha richiesto a Putin di “usare la propria influenza” per la libertà degli ostaggi. Per Obama, il trattamento a cui sono sottoposti “è degradante” e “la comunità internazionale non sarà soddisfatta fino a quando non saranno liberati”.

Sulle sanzioni, l’Europa si accoda agli Usa e minaccia di passare alla fase 3. Per il momento, è in atto la seconda fase, che colpisce le personalità del potere e delle aziende russe: gli Usa hanno allungato la lista dei loro bersagli sempre più vicini a Putin, la Ue ha seguito in tono minore e senza troppo entusiasmo. Ieri, la Svizzera ha adottato le stesse sanzioni della Ue.

Ma ancora ieri mattina in Europa, al Quai d’Orsay per esempio, la parola d’ordine era “disescalation”. Il portavoce di Obama, Jay Carney, ha insistito sulla “grande collaborazione e cooperazione in questo campo tra la Ue e gli Usa”, ma ha dovuto ammettere che “ogni paese della Ue, Usa e altri, hanno relazioni a diversi livelli con la Russia, quindi le sanzioni li colpiranno differentemente”. Ma Obama è sotto pressione in patria. Il senatore McCain accusa la Ue di essere “accomodante” con Putin. Finora Merkel aveva frenato sulle sanzioni (come altri europei, Francia in testa, che è in attesa di ricevere i russi per l’addestramento in vista della consegna della prima delle due navi da guerra che Parigi ha venduto alla Russia). Secondo un sondaggio Infratest, il 49% dei tedeschi esprime grande reticenza ad entrare in un conflitto geostrategico con la Russia, che potrebbe portare a un aumento del prezzo dell’energia.

Merkel ha fatto dell’Ucraina uno dei principali argomenti della campagna elettorale delle europee. “L’Europa è la pace, è la libertà” ha detto al comizio di apertura, il 29 aprile a Bremerhaven. La Germania auspica che “la Russia sia un partner”, ma “gli ucraini hanno il diritto di dire come vogliono vivere” e ha ammesso che, escludendo l’opzione militare, bisogna “rispondere con delle sanzioni, i nostri valori lo esigono”. Der Spiegel, alla vigilia del viaggio di Merkel a Washington, scrive: “grazie Putin: grazie al deterioramento della situazione in Ucraina, l’incontro tra Merkel e Obama sfocerà su un’unità transatlantica apparente, mentre sussistono profonde divisioni”. A Washington la cancelliera vedrà anche Christine Lagarde, con la quale discuterà dell’intervento dell’Fmi in Ucraina.

 

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